Riceviamo da don Enrico Torta (nella foto), promotore del “Coordinamento associazioni banche popolari venete don Enrico Torta”, e pubblichiamo.
Mi pare giusto, di tanto in tanto, fare memoria e riflettere su questi tre anni vissuti con intensità per una cultura umana che metta la giustizia come fondamento a ogni agire.
Prima di tutto io pensavo, all’inizio, che i partiti che storicamente si definivano di sinistra, assieme ai sindacati prendessero una netta posizione di solidarietà. Così non è stato ma siamo stati testimoni di una grande assenza: direi quasi un tradimento. Lo Stato che per dovere costituzionale, nell’articolo 47, sa di dover difendere il risparmio dei suoi cittadini non ha difeso niente e, anzi, ha lasciato che offerte veramente offensive fatte dalle banche chiudessero la partita. Per Monti dei Paschi di Siena si è intervenuti con miliardi; con le due banche venete che potevano essere salvate come polmone vero del territorio si è preferito mettere in mano ad Atlante e, come ciliegina finale, consegnate a un euro a Banca Intesa.
In questi tre anni ho presenziato anch’io a tanti incontri con esponenti del Governo e, alla fine, è stata una melina deprimente. Ricordo che a notte tarda il Governo ha deciso di pilotare i risparmiatori ad essere “società per azioni” abbandonandoli a loro destino. C’è stato chi ha avuto il barbaro coraggio di definire questa povera gente “giocatori in borsa” e, quindi resi responsabili del tracollo.
Io ho incontrato centinaia di persone e famiglie e non ne ho incontrato uno, ma solo pensionati, malati povera gente abbindolata e tradita. In “area Cesarini” poco prima delle elezioni è stata offerta la miserevole cifra di 25 milioni per quattro anni (100 milioni) volendo ricostruire una verginità chiaramente ormai perduta. Se c’erano questi fondi dormienti come mai si sono svegliati proprio adesso?
I defraudati, tutti, devono essere risarciti in maniera degna del sudore e del sangue di una vita.
Dov’era lo Stato che aveva il dovere di controllare la Banca d’Italia e la Consob? Quale gesto di doverosa solidarietà dovrebbe avere Banca Intesa, potenza economica a livello ormai europeo, che, in poco tempo, su questa disgrazia ha portato a casa più di 3 miliardi? Quale onore hanno dimostrato i banchieri responsabili, alcuni milionari e, forse, miliardari? E i collaboratori dei consigli di amministrazioni quanto sono responsabili “in solido”? Se essere di sinistra dovrebbe significare cercare vera giustizia a partire dai più oppressi, io mi onoro, con i miei limiti e peccati, di appartenere alla “sinistra evangelica”, povero discepolo che ha condiviso tutta la sua vita con gli oppressi fino ad essere inchiodato su una croce. Vi dico sinceramente: i partiti mi hanno deluso e capisco anche i “fischi”. Il mio ex Governo mi ha tradito: senza accorgersi è diventato amico dei potenti.
Spero che l’attuale Governo, come hanno promesso i due sottosegretari all’Economia, abbia il coraggio e l’onore di ricostruire la giustizia, al di là e al di sopra di tante collusioni e interessi. Se lo faranno non potrò fare a meno, a nome di migliaia di famiglie, di battere le mani e dire un grande grazie. Ormai non è più tempo di basse demagogie ma di decisioni e fatti. Da questo si giudica un vero Governo, qualunque esso sia.
Don Enrico Torta
(Foto: Famiglia Cristiana).
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