Nessuna intenzione di arretrare dalla “linea del Piave”, anzi. È una Lega ancora più compatta quella che emerge dal consiglio federale di Via Bellerio. Salvini ribadisce il totale appoggio a Zaia: “Squadra che vince non si cambia” ma il sostegno al governatore arriva da tutti i livelli di una Liga Veneta che, all’indomani del suo quarantacinquesimo compleanno, si stringe attorno al proprio Doge.
Non c’è alcuna intenzione di cedere la guida della regione, né a Fratelli d’Italia né tantomeno a Forza Italia, soprattutto dopo le bordate di Gasparri e Tosi, che in questi primi giorni di vera bagarre elettorale hanno manifestato tutta la loro contrarietà al governatore e al suo eventuale successore, chiunque esso sia.
“Il rullo di tamburi che parte da Via Bellerio è il segnale tanto atteso”, commenta il capogruppo in consiglio regionale Alberto Villanova, fedelissimo di Zaia, che già da giorni aveva anticipato la ferma volontà di non arretrare di un solo centimetro e che il prossimo governatore dovrà avere nel cuore, oltre al Leone marciano, il Veneto e soprattutto i Veneti.
Se Fratelli d’Italia non dovesse decidere di arretrare, lasciando questa partita alla Lega, appare ormai scontato che i due partiti correranno divisi per la guida del Veneto. “Ho già corso da solo” ha dichiarato Zaia, preparando – secondo alcuni osservatori – la strada a una corsa in solitaria del Carroccio.
“Quella che fino a pochi giorni fa sembrava solo un’idea di pochi visionari è oggi realtà” – conclude Villanova – “Un disegno politico molto chiaro, con confini precisi e nitidi”. Dall’ultimo dei militanti, passando per il segretario Stefani, fino al presidente Luca Zaia e al segretario federale Matteo Salvini, siamo tutti uniti e compatti, pronti a difendere la nostra linea del Piave. La guida della Regione Veneto è strategicamente irrinunciabile. Una carica eccezionale per le nostre truppe”.
“Se abbiamo i numeri dobbiamo tenere il Veneto – ha affermato ieri Giancarlo Gentilini, ex sindaco di Treviso -. Io non intendo dare questa Regione né ai comunisti né alla sinistra, perché significa distruggere quanto fatto in questi anni. Mi fido solo della Lega, ma quella “Nord”, quella del 1994: abbiamo ancora i numeri”.
((Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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