Restoration law: adesso tocca a noi

Mercoledì scorso il Parlamento europeo con 336 voti favorevoli, 300 contrari e 13 astenuti ha approvato la proposta di legge della Commissione europea sul ripristino della natura (restoration in inglese).

Al comma 1 dell’articolo 1 la legge, denominata Restoration law, definisce l’oggetto della stessa come “il recupero a lungo termine, in modo continuo e duraturo, della biodiversità e della resilienza della natura in tutte le zone terrestri e marine dell’Unione attraverso il ripristino degli ecosistemi”.

Motivo della proposta di legge è l’applicazione del modello “One Health (una salute sola)” così come definito dalla OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che riconosce il nesso intrinseco tra la salute umana, la salute degli animali e quella degli ecosistemi in cui viviamo. Ma vediamo insieme di capire meglio di cosa stiamo parlando.

È nel 1855 che il patologo Rudolf Virchow conia la parola “zoonosi” per indicare le infezioni trasmissibili fra animali ed esseri umani. Già due secoli fa Virchow sosteneva che fra salute umana e salute animale non c’erano e non avrebbero dovuto esserci linee di demarcazione. Il concetto di “medicina unica” era comunemente accettato, ma nei decenni successivi cadde nel dimenticatoio, rispolverato di tanto in tanto in occasione di qualche minaccia infettiva.

La svolta avvenne all’inizio di questo secolo; è in una conferenza internazionale dei ministri della salute e dell’agricoltura a New Dehli nel 2007 che, grazie al matrimonio tra la medicina e la biologia evolutiva (ne abbiamo già parlato qui) e in risposta all’influenza aviaria, le principali istituzioni internazionali iniziarono ad incoraggiare ogni paese ad adottare e sviluppare il concetto di One Health, consolidando la comprensione che la salute degli esseri umani, degli animali domestici e selvatici e degli ecosistemi è strettamente interconnessa.

Il modello One Health prevede che medici, veterinari, epidemiologi e biologi (etologi ed ecologi) lavorino assieme per mettere a punto nuovi sistemi di sorveglianza per la prevenzione delle malattie.

È con questo spirito che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2021-2030 Decennio delle Nazioni Unite per il ripristino degli ecosistemi, per chiedere di fermare il degrado ecosistemico mondiale e il suo ripristino, a beneficio della salute di tutti.

L’Unesco (l’Organizzazione delle Nazioni Unite che promuove la pace e la sicurezza nel mondo attraverso la cooperazione internazionale nei settori dell’istruzione, delle arti, delle scienze e della cultura) è una delle Agenzie delle Nazioni Unite più impegnate nel promuovere e attuare politiche di ripristino ecosistemico. Qui un’utile panoramica.

Ora è stata varata la legge. Sta a noi applicarla a beneficio di tutti, così come le Nazioni Unite, la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), la OMS e l’UNESCO ci insegnano.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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