Le droghe sono democratiche, ma nell’eccezione più vera possibile (e in questo caso infima) del termine. Alle droghe – qualunque esse siano – non importa che tu sia uomo o donna, bello o brutto, ricco o povero, ma entrano nella tua vita e – se non debellate – la distruggono. Un discorso facilmente estendibile a tutte le dipendenze: una volta entrati nel tunnel, quando “si spegne la luce del nostro cervello” uscirne non è solamente complicato, ma spesso richiede una forza di volontà unica, difficile da ottenere se non si chiede aiuto.
Soprattutto dopo i recenti fatti di Treviso, ma più in generale in seguito a un crescente “problema di dipendenza giovanile”, è importante parlare anche di storie con il lieto fine, di ragazze e ragazzi che hanno trovato – grazie all’aiuto esterno – la forza per uscire dal mortale vortice della dipendenza. Parlare con qualcuno potrebbe essere un primo passo, ma a volte non è sufficiente: ecco perché sono fondamentali strutture come quella di San Patrignano: una delle più grandi (forse la più discussa) comunità di recupero per tossicodipendenti.
![](https://www.qdpnews.it/wp-content/uploads/2024/12/SanPtrignano-2.jpg.webp)
![](https://www.qdpnews.it/wp-content/uploads/2024/12/SanPtrignano-2.jpg.webp)
La storia della comunità di Coriano, a 11 chilometri da Rimini, è nota ai più, ma per chi non la conoscesse basterà, almeno in un primo momento, leggere quanto riportato nel codice etico e sistema disciplinare modificato dal Cda dell’associazione nel 2020: “San Patrignano nasce nel 1978 su iniziativa di Vincenzo Muccioli e da allora ha accolto più di 25 mila persone, offrendo loro una casa, l’assistenza sanitaria e legale, la possibilità di studiare, di imparare un lavoro ma soprattutto di cambiare vita e di rientrare a pieno titolo nella società. Ad oggi la Comunità ospita circa 1.200 persone, tra cui minorenni con problematiche di disagio e di consumo di droghe e persone che usufruiscono di regimi alternativi al carcere. Attualmente la Comunità si avvale delle prestazioni di oltre 100 operatori volontari e 240 tra dipendenti e collaboratori”.
![](https://www.qdpnews.it/wp-content/uploads/2024/12/SanPtrignano.jpg.webp)
![](https://www.qdpnews.it/wp-content/uploads/2024/12/SanPtrignano.jpg.webp)
“Non riuscivo a parlare con nessuno”; “Ero sempre arrabbiato con me e con il mondo”; “Mi stavo distruggendo”: sono solo alcune delle espressioni utilizzate dagli ospiti di San Patrignano per descrivere la loro situazione all’arrivo nella struttura. Un punto di partenza bassissimo da cui hanno trovato la forza di rialzarsi lottando contro la dipendenza. Anche la loro permanenza non è stata facile perché “a volte si tende a riversare i propri demoni sugli altri”. Ma con il perdurare della loro San Patrignano molti si sono accorti – o meglio hanno riscoperto – la bellezza di vivere una vita di comunità, assieme agli altri oltre che un’esistenza “pienamente viva”.
![](https://www.qdpnews.it/wp-content/uploads/2024/12/SanPtrignano-7.jpg.webp)
![](https://www.qdpnews.it/wp-content/uploads/2024/12/SanPtrignano-7.jpg.webp)
Nessuno – almeno nell’epoca moderna della struttura – è mai stato costretto a rimanerci, ma grazie a solidi principiquali l’onestà, l’impegno, il rispetto per sé stessi e per gli altri, sono molte le persone che hanno deciso di rimanere – nonostante le comprensibili difficoltà iniziali – e di portare a termine il loro percorso rieducativo.
La paura del futuro e della vita, dopo qualche mese si trasforma in sogni e voglia di vivere: c’è chi vuole tornare a scuola, chi fare famiglia e ancora chi aprire una propria attività imprenditoriale magari con le nozioni imparate proprio a San Patrignano.
![](https://www.qdpnews.it/wp-content/uploads/2024/12/SanPtrignano-8.jpg.webp)
![](https://www.qdpnews.it/wp-content/uploads/2024/12/SanPtrignano-8.jpg.webp)
Nel corso degli anni la struttura è cresciuta e si è evoluta seguendo il mutamento delle droghe: “All’inizio la totalità degli ospiti erano persone che utilizzavano eroina, prevalentemente endovena, oggi questa è una sostanza che viene utilizzata molto meno – spiegano – con una tipologia di assunzione che è cambiata e con la sostanza più utilizzata che è diventa la cocaina, inalata e sempre più spesso fumata sotto forma di Crack”. Oltre al tipo di sostanze assunte gli ospiti di San Patrignano sono cambiati anche per tipo di problematica, con le dipendenze accompagnate sempre più spesso da problemi di carattere psichiatrico, disturbi di personalità e situazioni ben più complesse sotto questo aspetto.
![](https://www.qdpnews.it/wp-content/uploads/2024/12/SanPtrignano-9.jpg.webp)
![](https://www.qdpnews.it/wp-content/uploads/2024/12/SanPtrignano-9.jpg.webp)
E allora, proprio per questo motivo, nel nostro viaggio all’interno della comunità abbiamo voluto raccontato le storie di alcuni giovani che – pur senza fatiche – ce l’hanno fatta. Siano questo monito e ispirazione per tutti i giovani – e non – che in un momento di debolezza possono arrivare a pensare che la droga sia la via d’uscita dai problemi quando questa invece è solamente l’inizio di altri, sicuramente ben peggiori.
(Autore: Simone Masetto)
(Foto e video: Qdpnews.it)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata