La notizia dell’approvazione da parte della Regione Veneto del disegno di legge statale sulla reintroduzione della leva militare obbligatoria (con possibilità di effettuare in sostituzione il servizio civile) per tutti i giovani dai 18 ai 28 anni (qui l’articolo) ha fatto il giro del panorama politico locale fino a raggiungere i partiti che più si oppongono a questa decisione.
Primo fra tutti il vittoriese Juri De Luca, segretario e portavoce di Indipendenza Veneta, che ha commentato così questa decisione: “È triste vedere come la società in cui viviamo ha largamente fallito, visto che per formare i propri giovani è costretta a riscoprire e riproporre obblighi assurdi come se fossero imposti da un Paese avanzato. L’Italia, in questo caso rappresentata dal Consiglio Regionale Veneto, non perde occasione di dimostrare di non esserlo”.
Di toni ancora più accesi è invece Davide Lovat, presidente di Popolo di San Marco (associazione regionale di cattolici indipendentisti). “Questo provvedimento – spiega – trovo che sia dovuto ad una deriva a destra della Lega che ha cambiato completamente natura, (non faccia) e mira a solleticare le associazioni d’arma e le retoriche nazionaliste per assicurarsi voti. È inutile e anacronistico ragionare sul numero dei ‘fanti e delle baionette’. Ho svolto anche io l’anno di leva e trovo che sia stato diseducativo perché ha mostrato episodi molto negativi anche fra i tenenti. Inoltre tirare in ballo il discorso dell’educazione è irragionevole, anche da cattolico, perché è la società a dover essere d’esempio e usare la logica militare o della guerra è sbagliato”.
Neppure il conclamato articolo 52 della Costituzione (sul dovere di ogni cittadino di servire la Patria) sembra avere effetto: “I doveri morali si hanno verso ciò che è un valore etico e senza dubbio onorare l’eredità dei padri, la ‘Patria’, rientra tra questi – aggiunge Lovat – La Patria però non può essere una costruzione fittizia decisa a tavolino da altri, come la terra eterogenea unita artificialmente col nome di Italia. Io, ad esempio, sono veneto e la mia Patria è la Venetia che ha tremila anni di Storia, di cui solo 152 sotto la dominazione di quest’entità chiamata Italia. Perciò il mio dovere morale, come quello di tutti i veneti è difendere la sola Patria veneta. Non mi si può imporre un’identità fittizia e artificiale obbligandomi moralmente; al massimo mi si può coercire con la violenza. Il dovere morale lo ho verso il padre e la madre, che mi hanno dato la vita ricevuta dagli avi, ma nessuna retorica che idolatra lo Stato potrà mai avere carattere morale”.
Di carattere apparentemente più pacato ma non meno incisive sono le parole di De Luca: “Che la Costituzione italiana sia obsoleta ed inadeguata in molti punti non è una novità, ed anche questo aspetto è vincolato al contesto storico del Dopoguerra. Ad oggi la leva obbligatoria sarebbe solamente uno strumento formativo ed educativo, la difesa va gestita da professionisti che dovrebbero invece essere meglio pagati. I fondi da destinare all’ipotetica leva obbligatoria, 15 miliardi di euro, sarebbero da investire in un cambiamento radicale del sistema formativo-educativo attuale. In conclusione, gli obblighi storicamente non hanno mai dato una spinta positiva e virtuosa alla società, tuttavia hanno creato spesso disagio e malumore”.
(Fonte: redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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