La settimana della sicurezza sul lavoro (23-29 ottobre) è appena passata ma “Certamente non possiamo rilassarci – dice Sonia Brescacin, consigliere regionale e presidente della V Commissione Politiche Socio Sanitarie della Regione Veneto. – Sebbene negli ultimi anni in Veneto gli infortuni sul lavoro siano calati drasticamente (-42% dal 2000 al 2022), purtroppo sono ancora molti, di questo bisogna essere consapevoli”. Da 13.462 nel 2000, infatti, gli infortuni sono scesi a 7.233 nel 2022, ma le cifre rimangono allarmanti, tanto che nel primo semestre del 2023 i casi mortali sono stati ben 26 casi.
All’interno del “Piano Strategico per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro 2021-2025”, la Regione Veneto ha implementato varie iniziative: azioni che mirano a contrastare gli incidenti e le malattie professionali attraverso diversi approcci: risorse, controlli, conoscenza, sensibilizzazione e formazione, formazione, procedure più semplici.
“Quando si tratta di sicurezza non bisogna mai essere superficiali e il contrasto agli incidenti sul luogo di lavoro è strettamente legato all’aumento della consapevolezza pubblica” precisa.
Per questo l’obiettivo è sviluppare nell’individuo una maggiore attenzione alla sicurezza durante l’esecuzione delle proprie attività. Durante la Settimana Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro è stata lanciata la prima campagna regionale veneta di sensibilizzazione sugli incidenti sul lavoro. Il claim “La sicurezza è responsabilità di tutti” ben si collega all’iniziativa “Vivo Bene Veneto” del Piano Regionale Prevenzione del Veneto, che coinvolge tutte le sfere della comunità, dall’ambito scolastico a quello lavorativo, promuovendo comportamenti sani e responsabili.
“Questo non riduce l’importanza dei controlli e delle sanzioni da parte delle autorità competenti, poiché far rispettare le regole è fondamentale, ma è altrettanto essenziale mantenere la massima attenzione in ogni attività svolta, anche la più banale”, aggiunge ancora Sonia Brescacin.
I comportamenti a rischio identificati includono la violazione o la mancanza di conoscenza delle norme di sicurezza, la distrazione, la pressione sociale (quando i lavoratori non segnalano problemi per paura di sembrare fastidiosi) e la “ripetizione”, ovvero quando l’esperienza può portare alla negligenza.
La campagna è finanziata dalle sanzioni pagate dalle imprese che non hanno rispettato le norme di sicurezza.
(Foto: Sonia Brescacin).
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