“Se noi oggi non avessimo vaccinato, la situazione sarebbe devastante”: sono pesanti le parole pronunciate dal presidente Luca Zaia nella consueta conferenza stampa dalla sede della Protezione civile della Regione Veneto.
Pur confermando la libertà nella scelta di vaccinarsi contro il Covid-19, il presidente del Veneto ha parlato del dovere di garantire la vaccinazione a chi intende farla.
Nella stessa occasione il governatore ha riportato una dichiarazione del professor Giorgio Palù che ha detto che la vaccinazione ci aiuterà a rendere il virus endemico.
“Nel momento in cui diventa ubiquitario – ha affermato Zaia – ce la gestiremo come fosse un virus influenzale. O scompare o ci accompagna nella vita come altri virus che abbiamo”.
Il dottor Paolo Rosi, direttore della Uoc Centrale operativa Suem 118 del Veneto, ha fornito alcuni dati sulla situazione dei pazienti ricoverati nelle terapie intensive degli ospedali veneti.
“Siamo intorno ai cinquanta (pazienti in terapia intensiva) – ha spiegato Rosi – Cinquanta è il limite che c’è tra la fase di gestione ordinaria e quella emergenziale nella quale è necessario attivare ulteriori posti letto di terapia intensiva. Siamo in un momento estremamente delicato perché se continua come ha continuato negli ultimi 15 giorni questa soglia la supereremo. Se procede come sta procedendo in questi ultimi due giorni restiamo sotto il livello di allarme che è 50 (quello che il Piano emergenziale prevede come passaggio alla seconda fase dell’emergenza)”.
Rispetto alla distribuzione tra le varie province venete, invece, c’è una sostanziale uniformità anche se le province di Padova e Verona hanno un numero maggiore di terapie intensive rispetto alle altre realtà del Veneto.
Si tratta di pazienti impegnativi, perché 32 sono intubati e ventilati e tre sono in assistenza di ossigenazione extracorporea.
Sono cambiate le fasce d’età dei ricoveri: oggi il 58% dei pazienti ricoverati ha meno di 60 anni, il 27% è sotto i 50 anni, il 31% è tra i 50 e i 60 anni, i sessantenni sono il 16% e i settantenni sono il 20%.
Il dottor Rosi ha detto che questa situazione è strettamente collegata alla vaccinazione contro il Covid-19.
“Se noi guardiamo i pazienti che abbiamo ricoverato dal primo maggio – continua -, che sono 257, quelli che avevano completato il ciclo vaccinale erano 18. Il 78% di questi pazienti non è vaccinato, il 14% ha solo la prima dose e solo il 7% ha ricevuto entrambe le vaccinazioni. Se andiamo a vedere il dato dell’incidenza, quante persone su 100 mila abitanti vengono ricoverate in terapia intensiva, tra i non vaccinati questo dato è circa di tre ricoveri per 100 mila abitanti. Per chi ha ricevuto la prima dose è 1,2 mentre per i vaccinati è 0,17, quindi enormemente più basso. Se noi avessimo la situazione attuale con la popolazione tutta non vaccinata, avremmo circa 140 ricoverati in terapia intensiva. Se fossero tutti vaccinati ne avremmo 7 invece che 50”.
Rispetto ai decessi, attualmente il Veneto ha queste percentuali: 73% di dimessi e 27% di ricoverati in terapia intensiva poi deceduti (delle 57 persone decedute dal primo maggio, solo 3 avevano completato il ciclo vaccinale).
Un quarto dei deceduti aveva più di 70 anni, un quarto tra i 60 e i 70 anni ma ci sono anche 6 deceduti che avevano meno di 60 anni (due avevano meno di 50 anni).
A Verona è stato ricoverato un ventunenne che rientrava da Barcellona e che è arrivato in Pronto soccorso in condizioni drammatiche.
(Foto: Facebook).
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