Un problema sul quale riflettono in pochi è quello della mancanza di modelli ai quali le nuove generazioni si possano ispirare.
Non si tratta solo di valori che vengono a mancare, ma anche di personalità carismatiche in grado di accendere nei giovani il fuoco del riscatto per una generazione il cui futuro, almeno in Italia, sembra sia stato pesantemente compromesso.
Quando mostri un esempio reale di successo nel mondo dell’impresa, però, i ragazzi si dimostrano interessati e cercano di carpire consigli, suggerimenti e stimoli che li possono aiutare ad uscire dal “pantano” del pessimismo, condizione che spesso caratterizza l’epoca che stiamo vivendo, per iniziare a guardare il futuro con la consapevolezza che nulla è precluso e tutto è ancora da inventare.
Al Microfono del Quotidiano del Piave ha parlato proprio chi, come l’imprenditore Alessandro Benetton, vuole lanciare un messaggio di ottimismo incontrando studenti e giovani nelle università e in altri contesti aperti alla possibilità di riflettere partendo da paradigmi diversi da quelli che una certa parte della società sembra volerci inculcare.
Da giugno 2017, Benetton è presidente della Fondazione Cortina 2021 che ha il compito di organizzare i Campionati Mondiali di Sci Alpino, in programma nel gennaio 2021 a Cortina d’Ampezzo.
“Si dice sempre che le cose importanti nel mondo – ha spiegato Alessandro Benetton – le hanno fatte persone con meno di 30 anni. I giovani sono l’ingrediente principale per il cambio di paradigma e per la discontinuità perché sono coraggiosi, hanno paradossalmente meno da perdere e, soprattutto, sono figli del proprio tempo. In merito ai campionati mondiali di sci alpino Cortina 2021, posso dire che il nostro è un Paese abituato a trovare le risposte all’ultimo momento. Nel nostro caso, invece, abbiamo provato a sovvertire questo pronostico con l’organizzazione dei mondiali di sci 2021 mettendo il commissario straordinario fin dal giorno uno. Questo ci ha permesso di essere puntuali e prevedo che questa competizione sarà un successo dal punto di vista sportivo. Ho voluto immaginare che il grande evento possa fare veramente la differenza, basti pensare a cosa sono oggi Milano dopo l’Expo e Torino dopo le Olimpiadi. Spero che anche per Cortina ci sia un cambio di paradigma”.
“Prima di tutto c’è una comunità locale che ha ritrovato fiducia e che ci vuole credere – prosegue – e il vero lascito è dal punto di vista culturale perché non possono esistere dei posti belli se non sono vissuti dai giovani e se non c’è un’attività economica che, nel nostro caso, abbiamo voluto fosse compatibile con l’ambiente. Abbiamo predisposto l’organizzazione, quello che io chiamo il “primo rotolo di un effetto palla di neve”, e sono sicuro che il Veneto non perderà questa occasione di rinascita. L’ultima versione della nostra visione, da cinque o sei anni a questa parte, è quella di un’economia e di un’attività imprenditoriale che devono essere sostenibili. Si dà per scontato che riguardi solo un massimo rispetto dell’ambiente e delle risorse che ci offre questa terra. Sostenibile vuol dire anche un’attenzione per tutti gli stakeholders: le famiglie, le comunità locali e i giovani. Chi fa impresa oggi deve avere una responsabilità che va ben oltre il profitto. Non si tratta solo di un obbligo morale perché dobbiamo immaginarci che i nuovi consumatori del futuro pretenderanno da noi questi aspetti e noi dobbiamo farci trovare pronti”.
“Se è vero che guardiamo a un mondo del futuro – conclude – che parte dalle sue radici del passato, noi ne abbiamo tante di profonde pensando solo al bello, al buono e a quello che sappiamo fare e comunicare. Per ospitalità, per esempio, si deve intendere anche la nostra capacità di essere calorosi e affettuosi nei confronti del consumatore. Io penso che, in fin dei conti, basti tornare indietro nella storia e non ci deve neanche passare nella testa di diventare pessimisti, nonostante ci siano dei sistemi che lasciano a desiderare e che hanno grandi lacune. Penso, per esempio, alla forma di capitalismo che abbiamo vissuto per tanti anni. Questa mentalità va aggiornata per permettere ai giovani di potersi integrare nel migliore dei modi nel mondo del lavoro, guardando alla loro vita con ottimismo e pensando alle loro famiglie e al loro futuro”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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