Studio del Comitato Unesco sulle prime vie dei pascoli in Veneto: “Iniziativa di rilancio turistico dei cammini degli animali”

Fotografati come star, quanto multati come disturbo pubblico. Sono i pastori erranti, che praticano ancora la pastorizia nomade scendendo dalle montagne verso la pianura, per trovare prati e pascoli al fine di garantire l’alimentazione corretta agli animali.

Giovani e donne, soprattutto, percorrono un viaggio di chilometri lungo tragitti della memoria ormai perduti a causa dell’urbanizzazione del territorio.

Immortalati sui social e raccontati sulle pagine patinate di riviste internazionali, protagonisti di documentari e servizi televisivi ma anche in rassegna stampa per le sanzioni di transito dettate dalle amministrazioni ed enti locali.

Eppure compiono un rito per il benessere dei capi oggetto di tanti studi universitari: un cammino obbligato che sostiene una buona prassi agricola, quella di cercare il posto migliore per assicurare cibo alle greggi.

“Attraversando sentieri, centri urbani, pecore ma anche bovini rinnovano la transumanza riconosciuta dal 2019 ‘Patrimonio Immateriale dell’Unesco’ – spiega Chiara Bortolas presidente regionale di Donne Impresa Coldiretti, che ha promosso un testo di legge ad hoc – Un continuo rinnovarsi delle gesta tramandate da intere generazioni che, alla luce delle nuove disposizioni e delle conseguenze dell’emergenza sanitaria, acquista un valore culturale, economico, sociale e turistico senza eguali”.

Prende dunque significato l’importanza strategica delle ‘vie dei pascoli’, spesso cancellate dal cemento e da rivedere in una mappa aggiornata“, aggiunge Bortolas, annunciando i lavori della stesura dei primi tratturi veneti: nel vicentino dall’Altopiano di Asiago a Bressanvido, nel veronese nel Parco della Lessinia e nel trevigiano sulle Colline del Prosecco. Iniziative promosse proprio dalle imprenditrici di Coldiretti con spirito spontaneo, anche per recuperare le razze ovine e bovine in via di estinzione, “in attesa che la specifica legge regionale approvata la scorsa legislatura venga applicata”.

“Questa normativa è il coronamento di un progetto promosso dalle agricoltrici di Coldiretti – sottolinea Chiara Bortolas – e rappresenta una presa di coscienza anche politica di una realtà strategica per la salvaguardia del patrimonio zootecnico, la conservazione delle specie in via d’estinzione per la produzione di formaggi e tipicità locali altrimenti perdute. Con l’urbanizzazione delle campagne, i vincoli amministrativi, regole rigide, le sanzioni previste, la scarsità di prati, la presenza degli animali selvatici e i grandi carnivori, le ordinanze sanitarie, la transumanza rischia ancora l’oblio”.

“La Regione Veneto ha la possibilità di riscrivere la storia facendo da pioniera ancora una volta a livello italiano – aggiunge – Nello spostamento di bovini e ovini alla ricerca di prati adatti non c’è solo un’abitudine tramandata da intere generazione, c’è il rispetto del processo ecosostenibile che porta bovini e ovini alla ricerca di prati adatti alla buona alimentazione necessaria alla produzione di latte, carne di alta qualità”.

“La nota dolente viene dalle sanzioni e dalle diverse disposizioni che ogni amministrazione applica a chi svolge questa attività di pastore transumante – conclude Bortolas – Non è semplice trovare siti disponibili dove sostare con le greggi, altrettanto difficile è improvvisare tragitti alternativi tra divieti e permessi imposti da varie autorità di controllo”.

(Foto: Coldiretti Veneto).
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