“La gente di montagna sa bene come gestire il proprio territorio” ha affermato ieri l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin alla fiera Agrimont a Longarone, facendo riferimento alla nuova legislazione che obbligherà a fare richiesta alla Sovrintendenza in caso di tagli boschivi, oltre ai già esistenti dichiarazione, relazione e progetto di taglio.
“Bisogna cercare di fare in modo che l’agricoltura rimanga in montagna e che il residente possa trarne una fonte di reddito – ha affermato. – Solo in questo modo preserviamo il territorio anche da eventuali dissesti idrogeologici. C’è un vantaggio per la montagna, certo, ma anche per la pianura: perché ciò che accade in montagna di negativo si ripercuote poi anche in pianura”.
“So che ci sono stati dei tentativi per incentivare questa tendenza in passato, ma io credo che la cosa più importante per l’agricoltura in montagna, così come per tutti i cittadini, sia la sburocratizzazione, la semplificazione normativa. Invece per contro abbiamo delle norme che sono complicate, farraginose e quindi difficilissime da affrontare, tanto che anche se uno ha una gran passione per la montagna e per i sacrifici che comporta, questa con gli anni va perduta”.
“Sburocratizzare vuol dire che non può essere necessario che un ente terzo ti dica se puoi tagliare un albero o meno in un territorio che conosci sicuramente meglio di chiunque altro. Invece è stato confermato proprio in questi giorni che sarà la Soprintendenza a dire se puoi tagliare un albero o meno. Io non ce l’ho con la Soprintendenza, sia chiaro, ma certo sono convinto che chi conosce il territorio sa molto meglio di chi non ci è mai stato quand’è il caso di intervenire e quando invece no”.
“Dopo Vaja abbiamo investito un miliardo di euro sul territorio, in tempi brevi e nel pieno rispetto dell’ambiente, utilizzando una serie di deroghe che erano legate a quell’emergenza. Quindi è chiaro che deve esserci un controllo di soggetti super partes, per evitare devastazioni, ma anche che se si consentono delle semplificazioni normative non necessariamente si va incontro a una devastazione ambientale. La gente di montagna sa benissimo che rovinare il proprio territorio non va a proprio vantaggio”.
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