Vaccino e Green pass: cos’è la libertà di cui tanto si parla? Le risposte della filosofia

Ciclicamente la tematica della libertà diventa protagonista nei dibattiti che infiammano l’opinione pubblica e i cittadini. Nell’ultimo periodo la discussione sulla libertà si è legata strettamente con la campagna vaccinale e con l’adozione da parte del nostro Stato dello strumento del Green pass, diventando motivo di divisioni politiche e ideali ma anche familiari e relazionali.

A pensarci bene è inevitabile che questo tema sia così sentito nelle nostre discussioni e nei nostri pensieri: il crederci liberi è condizione fondamentale per operare le scelte quotidiane della nostra vita. Solo se fossimo liberi, infatti, avremmo a disposizione la possibilità di scelta fra alternative.

Inoltre, la libertà è anche ciò che permette di considerare qualcuno responsabile delle proprie azioni: posso essere giudicato (dalla famiglia, agli amici, fin dentro le aule di tribunale) solo perché sono tenuto a rispondere delle mie azioni, frutto delle mie scelte e, quindi, espressione della mia libertà.

Al di là di ogni posizione politica, ideologica o personale, risulta allora utile riflettere su cosa si intende quando si parla di “libertà”: infatti, pur essendo una parola così comune, non è sempre così immediato riconoscere e comprendere ragioni e argomentazioni che la riguardano. Per farlo, potrebbe essere utile affidarsi alla filosofia, che è stata uno dei primi ambiti in cui è emersa questa riflessione.

Quasi ogni filosofo si è occupato di libertà, chi per ragioni morali, chi etiche, chi ontologiche e via discorrendo. Potrebbe essere utile porre la questione in questi termini: esistono due “modi di pensare” il mondo e quindi la nostra vita.

Da un lato abbiamo il determinismo e dall’altro la libertà. Il primo intende, generalmente, ogni cosa che accade come frutto di ciò che l’ha preceduto; in questo modo, potremmo “distendere” gli eventi del mondo, dell’Universo e della nostra vita come un’infinita catena di cause che portano ogni cosa ad accadere in modo assolutamente necessario. Se ci pensiamo, questo modo di intendere gli eventi è quello che tradizionalmente interessa le Scienze. È chiaro quindi che da questo versante la libertà è totalmente annullata.

Dall’altro lato abbiamo la libertà e, dunque, la possibilità di scelta fra alternative. Questa libertà può essere intesa in molti modi: 1) libertà dalla costrizione, dunque una “libertà di” poter fare ciò che si vuole o “libertà da” imposizioni o, appunto, costrizioni esterne; 2) libertà ideale, una sorta di “libertà per”, ovvero intendere la libertà come condizione determinante per la nostra felicità o per la nostra “vita ideale”; 3) libero arbitrio, che tiene conto del fatto che questa libertà di cui parliamo è espressione del nostro protagonismo, ovvero sì siamo liberi “di”, “da” e “per”, ma ciò deve essere possibile solo a partire da un’“energia” che muove da noi, che sia propriamente nostra.

Queste due posizioni, qui molto semplificate, devono però anche fare i conti con la realtà e la quotidianità dell’esistenza: al di là di dove stia la verità (e dunque se effettivamente siamo o meno liberi “per costituzione”) dobbiamo renderci conto che tradizionalmente ognuno di noi si considera libero nel vivere la propria vita e, ancora più importante, che viviamo in comunità.

A questo proposito potremmo allora parlare di “libertà con”: una libertà con-divisa e sociale, in cui la responsabilità e libertà di ognuno deve fare i conti con quella altrui e con l’insieme della cittadinanza. Ciò ci impegna, a volte, a dover mettere da parte la nostra “libertà di”, a rispettare il prossimo e a riflettere criticamente prima di compiere una scelta. Insomma, la questione fondamentale è che, sì, la libertà e un diritto inalienabile di ognuno ma non va dimenticato che essa è anche un dovere, sia verso se stessi, che verso la società in cui si vive.

(Fonte e foto: La chiave di Sophia).
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