Passano gli anni ma i problemi restano. A tre settimane dall’inizio dell’anno scolastico 2019/2020, fissato per mercoledì 11 settembre, si ripresenta l’irrisolto problema degli insegnanti supplenti: nelle scuole del Veneto, dall’infanzia alle superiori, mancano 7.821 insegnanti, 5.537 su posto comune e 2.284 di sostegno. Questi i dati forniti mercoledì 21 agosto, dall’assessore regionale all’istruzione e formazione Elena Donazzan.
Anche in provincia di Treviso ci saranno evidenti difficoltà visto che mancano 1.294 insegnanti: 1.012 su posto comune e 282 docenti di sostegno. Un dato preoccupante che posiziona la Marca in cima alla negativa classifica che evidenzia la carenza di insegnanti tradizionali, seconda soltanto alla provincia di Venezia.
Come di consueto, i posti vacanti fino al 31 agosto 2020 ed i più frequenti contratti annuali al 30 giugno 2020 saranno assegnati ad insegnanti precari di seconda e terza fascia (i primi abilitati, i secondi non abilitati).
In un’intervista esclusiva a Qdpnews.it l’assessore regionale Elena Donazzan ha espresso molto chiaramente i problemi e le sue soluzioni al precariato storico nel mondo della scuola.
“L’unica soluzione è l’autonomia – ha affermato Donazzan – ampiamente votata dai cittadini veneti. Essa ci consentirebbe di programmare i concorsi su base regionale con consequenzialità per dare stabilità al mondo della scuola. È quindi fondamentale programmare i concorsi a seconda delle reali esigenze, in modo da garantire un benessere lavorativo ai docenti vincitori dei concorsi e la continuità didattica agli alunni per almeno un triennio o, ancor meglio, un quinquennio”.
“Da quando sono assessore regionale – continua Donazzan – si sono succeduti diversi governi e ministri dell’Istruzione, tutti hanno sempre promesso a parole che avrebbero investito sulla cultura e sulla scuola, ma poco o nulla è stato fatto. I concorsi vanno finanziati prima di prometterli agli elettori, per poi deluderli senza alcuna coerenza e rispetto. Anche il recente decreto dignità, che mira a stabilizzare i lavoratori con contratti a tempo determinato, ha escluso gli insegnanti precari. Persone che subiscono costanti maltrattamenti lavorativi, dato che sono assunti e licenziati ogni anno, che a giugno divengono disoccupati e che, in alcuni casi, ricevono l’assegno di disoccupazione Naspi in ritardo”.
“Ci vuole, invece, rispetto per l’importante ruolo educativo e sociale di queste persone – prosegue l’assessore regionale all’Istruzione – Un lavoratore non gratificato rende meno e ciò va a discapito di tutti. È per questo motivo che, a mio parere, la scuola ha bisogno di impegni certi e vincolanti. Molti politici, invece di riempirsi la bocca con promesse elettorali che non intendono realizzare, dovrebbero ascoltare le richieste di chi lavora nelle scuole e, ancor meglio, vivere il mondo scolastico per capirne di persona le reali esigenze e problematiche”.
“La scuola è ricca di insegnanti eccellenti – ha concluso Donazzan – che valorizzano l’impegno dei loro ragazzi e che mettono la scuola al primo posto, anche svolgendo molte attività gratuitamente. Con l’autonomia il mio primo obiettivo sarà dare un premio produttività ai docenti meritevoli e pagarli di più. Gli insegnanti italiani hanno stipendi troppo bassi ed è giusto che, come in qualsiasi altro settore lavorativo, anche nella scuola la qualità del lavoro venga economicamente valorizzata”.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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