Veneto, alta tensione sul tema delle elezioni. Zaia: “Proposte per far saltare il tavolo della Conferenza Stato-Regioni”

Nella parte iniziale del punto stampa di oggi, giovedì 28 maggio 2020, il governatore Luca Zaia ha lasciato spazio ai video realizzati dalla Regione Veneto sulle nuove regole per accedere alle strutture ospedaliere venete.

Cambiano l’approccio e la filosofia sulla sanità e, ormai da qualche settimana, chiunque entra in ospedale come nuovo degente deve effettuare il tampone e “si verrà considerati pazienti Covid” finchè non arriverà l’esito del test.

Ci si dovrà abituare a percorsi separati tra il paziente sospetto Covid e il paziente ricoverato per altre patologie: per questo saranno adeguate le strutture ospedaliere del territorio per realizzare i progetti per le terapie intensive e semintensive.

Solo 9 Covid nelle terapie intensive del Veneto, 19.125 positivi (12 in più), 1.898 morti in totale (3 in più di ieri e 1.366 in ospedale) mentre i nati nelle ultime 24 ore sono 92.

Zaia immagina un dpcm che tratti il tema dell’apertura dei confini regionali in virtù dei dati epidemiologici dei prossimi giorni e dei parametri dell’Istituto Superiore di Sanità e del comitato tecnico scientifico.

L’apertura, in ogni caso, dovrà essere regolata a livello europeo anche se ci sono Paesi come la Svizzera che non aprirà all’Italia dal 6 giugno ma consentirà la prostituzione da quella stessa data.

In merito al tema delle elezioni, il governatore del Veneto ha spiegato che questa notte c’è stata una videoconferenza con alcuni presidenti di Regione e il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese: non c’è alcun accordo con le Regioni e il Veneto continua a chiedere che le elezioni si possano fare verso la fine del mese di luglio.

Il Veneto e altre Regioni potrebbero chiedere ai rispettivi Servizi di Prevenzione di fornire una dichiarazione sul fatto che non ci sarebbe nessun rischio nel voler fare le elezioni a luglio.

Zaia non ha nascosto la tensione perché è stata messa in discussione la leale collaborazione tra istituzioni: “In una partita del genere – spiega – non può essere che una prerogativa costituzionale che hanno le Regioni sulla convocazione delle urne si traduca in una risposta dove ci dicono di aver dato una finestra, che va dal 6 di settembre, e noi possiamo convocare le urne quando vogliamo”.

Al Veneto questa non sembra la soluzione migliore e anche il Presidente della Repubblica è stato avvisato in quanto garante della Costituzione.

“Noi siamo convinti – ha aggiunto Zaia – che la Costituzione non sia stata rispettata con questa modalità di convocazione delle urne. La tensione è alta e c’è anche una proposta di far saltare il tavolo della Conferenza Stato-Regioni: consideriamo grave che la risposta data alle Regioni sia quella di tradurre in dibattito politico il rapporto tra Stato e Regioni che dovrebbe essere un fatto di Costituzione”.

Zaia ha parlato anche delle disdette degli austriaci nelle strutture turistiche del Veneto perché è passato il messaggio, anche con delle comunicazioni del premier Sebastian Kurz, che i turisti austriaci di ritorno dall’Italia dovrebbero essere costretti alla quarantena in Austria.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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