Da tempo gli Enti Locali del Veneto denunciano le criticità e le distorsioni che si sono determinate negli ultimi anni con le limitazioni al turn over del personale, disposte in modo lineare, senza tener conto della situazione diversificata nel territorio nazionale.
Le politiche restrittive sul personale degli ultimi anni hanno pesato in modo più accentuato nel Veneto, e ancor di più nei Comuni della Provincia di Treviso, dove gli organici erano già all’origine sottodimensionati e hanno portato ad un’incidenza dipendenti/popolazione notevolmente sotto la media nazionale.
Molti Comuni si sono trovati in condizioni di reale emergenza di personale con il rischio di non riuscire più ad assicurare concretamente i servizi essenziali.
Ancor più critica la situazione nelle Province, che hanno subito nel 2015 e 2016 la devastante applicazione della riforma Delrio e, soprattutto, della Legge 190/2014, con il blocco totale delle assunzioni per oltre sette anni (già disposto dal Governo Monti e mantenuto fino a tutto il 2017) ed il dimezzamento forzoso degli organici, in modo non selettivo e senza tener conto del permanere delle competenze fondamentali.
Dal 1° agosto cominciano a prodursi gli effetti dell’introduzione della “quota 100”, data di decorrenza prevista dal decreto per i dipendenti pubblici che intendono avvalersi di tale facoltà di pensionamento, che rischiano di accentuare ulteriormente le criticità.
A ciò si aggiungono le lunghe procedure e gli innumerevoli adempimenti preliminari per le assunzioni nonché la sempre più frequente difficoltà a reperire alcune figure professionali.
Ciò impedisce di attuare il necessario affiancamento, con adeguato trasferimento di competenze ed esperienze; è sempre altissimo il rischio di disperdere competenze e professionalità.
Sono intervenute, recentemente, alcune disposizioni volte a facilitare ed accelerare il lungo iter per le assunzioni; per questo nei giorni scorsi Anci Veneto, con una nota del direttore Carlo Rapicavoli, ha scritto ai sindaci per fare chiarezza sulle recenti novità normative in materia di assunzioni di personale nei Comuni.
La presidente di Anci Veneto Maria Rosa Pavanello (nella foto) commenta così: “il tema del personale è una criticità che da anni attanaglia l’attività quotidiana dei Comuni. Infatti in molte situazioni il rallentamento delle pratiche e l’aumento del peso della burocrazia è dovuto sì alla complessità normativa, ma anche alla mancanza di competenze e risorse in termini di personale all’interno delle strutture. Mi auguro che le recenti disposizioni consentano ai Comuni di sopperire a questo deficit aggravato anche da quota 100 che sta mettendo in difficoltà diversi Comuni. L’Anci Veneto ha innanzitutto voluto fare chiarezza per i sindaci che oggi hanno qualche spazio di movimento in più per potenziare le strutture e rendere così più efficiente l’ente innescando anche un ricambio generazionale”.
“Non è ancora sufficiente – aggiunge il direttore Carlo Rapicavoli – Occorre dare attuazione alla norma (art. 33 del decreto “crescita”) che prevede il superamento delle attuali regole del turn over, attraverso l’emanazione del previsto decreto ministeriale, da estendere, però oltre che ai Comuni, come già previsto dal decreto, ma anche alle Città Metropolitane e alle Province, superando definitivamente il limite imposto dal comma 421 della Legge 190/2014″.
“Almeno in un periodo transitorio andrebbe ancora consentita la possibilità di utilizzare le graduatorie esistenti e consentire agli Enti Locali, previo accordo, di utilizzare le graduatorie di altri Enti – prosegue Rapicavoli – Va semplificato il sistema delle regole che governano la quantificazione delle facoltà assunzionali dei Comuni per consentire un rinnovamento e rafforzamento degli organici, compatibile con i parametri di sostenibilità finanziaria di ciascuna amministrazione”.
(Fonte: ANCI Veneto).
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