Veneto, archiviato “L’Andrà tutto bene”, crescono l’insofferenza e la rabbia sociale per le conseguenze del Covid

“Si è perso lo spirito di marzo, ognuno pensa per sé”: quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase dal presidente della Regione Veneto nell’ultimo periodo?

Non si può sicuramente generalizzare ma, rispetto al lockdown primaverile, i veneti sono molto più insofferenti e non perdonano più nulla a nessuno, neanche al loro governatore.

Se all’inizio dell’emergenza Covid e fino a qualche mese fa i commenti positivi sull’operato di Zaia non si riuscivano a contare, ora i social sono pieni di insulti, attacchi e polemiche per ogni tipo di provvedimento o dichiarazione del presidente della Regione Veneto o del governo.

I social network non sono lo specchio di tutta la società ma aiutano a capire come sia in atto un cambiamento degli italiani nell’approccio a questa pandemia.

Tante le preoccupazioni legate all’aspetto sanitario e alle conseguenze economiche dell’emergenza Covid ma quello che spaventa di più è che il Coronavirus ha messo a nudo le fragilità delle persone, esasperando alcune situazioni che sono peggiorate con il fatto che siamo costretti a passare nelle nostre abitazioni la maggior parte della giornata.

Non deve stupire che nelle case degli italiani siano esplose delle conflittualità legate a problemi familiari irrisolti, ma anche al fatto che non tutti erano abituati a condividere così tante ore con i propri figli o con il proprio partner, a casa per lo smart working o per la didattica a distanza.

Sono cambiate le abitudini degli italiani e ciò che davamo per scontato ora sembra soltanto un lontano miraggio; i dati che arrivano dagli ospedali, inoltre, non sono confortanti perché gli effetti delle recenti chiusure non hanno ancora portato a benefici tangibili per i quali si dovrà ancora aspettare.

L’incubo della zona rossa anche dopo il 7 gennaio mette a disagio tante famiglie e l’apertura delle scuole, necessaria per l’equilibrio psicofisico degli studenti, nasconde mille insidie e criticità per le quali non sarà semplice trovare una soluzione.

Non si vedono più gli striscioni con la scritta “Andrà tutto bene” e l’aggressività e il pessimismo delle persone, come sottolineato anche da molti operatori della sanità, sono sempre più evidenti e in tanti soffrono anche per la solitudine, soprattutto gli anziani.

La vera sfida per questi primi mesi del 2021 è quella di mantenere il morale alto, nella consapevolezza che gli effetti psicologici di questa pandemia saranno una priorità da affrontare anche quando si inizierà a vedere la luce in fondo al tunnel dell’emergenza Covid.

Il calore di un abbraccio, la spontaneità nelle relazioni interpersonali e la leggerezza nel vivere la propria quotidianità rappresentano una dimensione che dovremo imparare a riconquistare, magari attribuendo un significato ancora più importante a ciò che pensavamo fosse una certezza indissolubile nella nostra vita.

Non tutti condividono il pensiero di chi ha affermato che il Covid avrebbe migliorato le persone, perché nessuno si immaginava che la situazione potesse protrarsi così a lungo nel tempo, obbligandoci a vivere in contesti ai quali non siamo abituati.

L’ottimismo, però, serve per tutte le persone che ogni giorno sono in trincea negli ospedali ma anche nei supermercati e in tutte le realtà che non si possono fermare per evitare di bloccare una nazione che attende che questo temporale finisca presto.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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