Il “Decreto Crescita” corregge la cosiddetta legge “Spazzacorrotti”, eliminando l’equiparazione delle Pro Loco (se iscritte al Registro unico del Terzo settore) con i partiti politici.
Nella Gazzetta Ufficiale del 30 aprile 2019 il Consiglio dei Ministri ha infatti introdotto una semplificazione agli adempimenti per gli enti del Terzo Settore mentre, per tutti gli altri, scatteranno gli obblighi di legge solo se un terzo del CdA ha avuto incarichi elettivi nei 6 anni precedenti (e non più 10) in Comuni con più di 15.000 abitanti.
Una semplificazione di cui godranno tutti gli enti del Terzo Settore iscritti nel Registro Unico Nazionale, come fondazioni, associazioni, Pro Loco, etc…
Fino alla messa in opera del Registro Unico Nazionale del Terzo settore continuerà ad essere sufficiente la registrazione ad uno dei registri previsti dalle attuali normative di settore come, ad esempio, quelli regionali o nazionali.
“Accogliamo con viva soddisfazione la notizia di questo chiarimento legislativo – commenta Giovanni Follador (nella foto), presidente dell’Unione Pro Loco del Veneto – poiché ci consente di tornare a lavorare con una maggiore serenità. Un risultato che abbiamo ottenuto grazie alle rete delle Pro Loco, ai nostri associati e all’intero mondo del volontariato che, unito, ha fatto sentire la propria voce mettendo in risalto le criticità di un decreto evidentemente scritto senza prima interloquire con i diretti interessati. Questa correzione, comunque, dimostra che il legislatore ha compreso quali limiti la “Spazzaccorrotti” avrebbe imposto non solo al Terzo Settore ma a tutte le attività ad esso collegate e, sulla lunga distanza, anche alla vita delle comunità”.
E per le realtà che non faranno parte del Registro unico, per scelta o per espressa esclusione legislativa? In questi casi la norma prevede che gli obblighi indicati del decreto siano adempiuti solo quando gli organi direttivi siano composti, per almeno un terzo, da membri di organi di partiti o movimenti politici o da persone che sono, o sono state, nei 6 anni precedenti, membri del Parlamento nazionale o europeo o di assemblee elettive regionali o locali di comuni con più di 15.000 abitanti, ovvero che ricoprono o hanno ricoperto, nei 6 anni precedenti, incarichi di governo al livello nazionale, regionale o locale, in comuni con più di 15.000 abitanti.
“Ora l’auspicio per le nostre Pro Loco, così come per le tante associazioni e tutti volontari – conclude Follador – è che si possa tornare a prestare serenamente la nostra opera sul territorio, senza doverci confrontare con nuove richieste amministrative o adempimenti burocratici che rischierebbero di disincentivare il nostro impegno nei confronti della società”.
(Fonte: Unpli Veneto).
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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