Una volta si protestava per non andare a scuola mentre l’emergenza Covid ci ha abituato anche alle manifestazioni pacifiche per chiedere il ritorno alle lezioni in presenza, che riprenderanno domani per gran parte degli studenti della Regione Veneto.
Il 7 aprile, infatti, riprenderanno le attività in presenza per gli asili nido, le scuole dell’infanzia, le primarie, le scuole secondarie di primo grado e anche le scuole superiori, queste ultime al 50% degli iscritti.
Rispetto alle scuole superiori, tra le più penalizzate dall’inizio del 2021, gli studenti impegnati nei laboratori sono andati a scuola in presenza anche in zona rossa e la stessa cosa per gli studenti disabili o con bisogni educativi speciali per mantenere una relazione educativa che potesse realizzare la loro effettiva inclusione scolastica.
In ogni caso, i presidenti delle Regioni potranno disporre la sospensione dell’attività scolastica e degli asili nido nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti a causa delle varianti del Covid, nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100 mila abitanti nell’arco di una settimana e nel caso di un’eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.
L’esperienza con la didattica a distanza ha messo a dura prova tanti istituti scolastici e nell’Alta Marca Trevigiana sono state documentate diverse proteste e manifestazioni per chiedere il ritorno alle lezioni in presenza, soprattutto per i più piccoli.
Flash mob davanti alle scuole, cartelloni e striscioni fuori dagli istituti scolastici e dalle case e perfino grembiuli e zaini appesi nelle terrazze sono soltanto alcune delle iniziative realizzate da genitori e alunni in questo periodo di lezioni online.
Non va dimenticato l’impegno dei dirigenti scolastici, delle segreterie delle scuole e dei docenti che si sono organizzati al meglio per portare avanti la loro missione educativa in un clima molto teso e con la pressione di tante famiglie e di una società logorata dalla pandemia.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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