Veneto, le imprese del Nordest in difficoltà a reclutare personale, manca la corrispondenza tra domanda e offerta

Sono le imprese del Nordest quelle che incontrano maggiori difficoltà nel reclutamento del personale. Il Veneto è tra le regioni italiane in cui il mancato incontro tra le esigenze occupazionali delle imprese e le caratteristiche dei lavoratori disponibili impatta maggiormente sul mercato del lavoro.

Sono le principali evidenze messe in luce dal report a cura di ClicLavoro Veneto e Veneto Lavoro sul tema della mancata corrispondenza tra domanda e offerta nel mercato del lavoro e dei fattori che lo alimentano.

Secondo i dati dell’indagine di Excelsior-Unioncamere sui programmi occupazionali delle imprese, circa il 31% delle assunzioni previste in Veneto si riferisce a figure professionali difficili da trovare; nel resto della penisola la percentuale è del 26%. Le maggiori difficoltà si riscontrano in relazione a profili tecnici e a elevata specializzazione e vanno ricondotte alla mancanza di candidati o a una preparazione considerata non adeguata.

In Veneto stiamo rivedendo i contenuti dell’offerta formativa professionale, che coinvolge in media 20 mila allievi e rappresenta uno dei punti di forza del sistema educativo regionale – conferma l‘assessore regionale alla formazione e al lavoro Elena Donazzan (nella foto) – Finalmente, dopo anni, i Ministeri dell’Istruzione e del Lavoro hanno aggiornato il repertorio delle qualifiche e dei diplomi, prevedendo nuovi profili tecnici in linea con le attese del mercato del lavoro e in particolari dei settori più innovativi della manifattura e del terziario.

“Da parte nostra – continua Donazzan –  siamo già pronti a partire con i bandi per i Centri di formazione professionale, perché formulino i nuovi piani di offerta formativa, dettagliando indirizzi e corsi attivabili per il prossimo anno scolastico, possibilmente in partnership con le aziende del territorio. Il secondo importante strumento sono gli Its Academy, i sette istituti veneti di formazione tecnica superiore, parallela ai corsi universitari, che offrono a circa 2 mila allievi percorsi formativi progettati e gestiti direttamente con le aziende, in piena alternanza tra insegnamento teorico ed esperienza diretta di lavoro”.

Il mancato incontro tra domanda e offerta – evidenzia il report di Veneto lavoro – ha varie sfaccettature: lo scollamento tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro, fattori geografici legati alla distanza tra il posto di lavoro e la disponibilità del lavoratore a spostarsi, un’offerta economica insoddisfacente e non congrua alle aspettative del candidato, condizioni contrattuali non appetibili per il candidato selezionato, questioni legate alle modalità di ricerca e selezione dei candidati da parte delle aziende. Identificare la causa del mismatch diventa quindi il primo passo per individuare una possibile soluzione.

“Aggiornare l’offerta formativa di corsi e diplomi e avvicinarli alle richieste del mondo del lavoro è il primo intervento, indispensabile e indifferibile – sottolinea l’assessore – Ma bisogna lavorare anche su altri fronti, tra azioni immediate e piani di intervento di medio-lungo termine che tengano conto dei cambiamenti e degli scenari futuri del mercato del lavoro. Tra le azioni immediate rientrano le politiche abitative, quelle infrastrutturali e gli interventi che favoriscono mobilità dei lavoratori, ad esempio fiere del lavoro personalizzate sulla base di specifiche esigenze territoriali, settoriali, professionali o aziendali, percorsi formativi ad hoc per i disoccupati, Academy aziendali per la formazione dei dipendenti, percorsi di supporto alle imprese (soprattutto quelle di piccole dimensioni) nei processi di selezione e gestione del personale”.

(Fonte: Regione Veneto).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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