Veneto, linea dura sull’emergenza da Coronavirus, il presidente Zaia: “I veneti devono stare a casa”

“State a casa”: è stato diretto l’appello fatto dal governatore della Regione Veneto Luca Zaia sull’emergenza da Coronavirus, in occasione di una conferenza stampa tenutasi nella mattinata di oggi, mercoledì 11 marzo.

Linea dura giustificata dallo stesso Zaia: “I veneti devono capire che la prima cura siamo noi altrimenti, se non lo facciamo, i modelli matematici dicono che entro il 15 aprile ci saranno circa 2 milioni di veneti contagiati. Dobbiamo richiamare tutti alla responsabilità”.

Il bollettino della mattinata di oggi, mercoledì 11 marzo, infatti, ha dato l’idea di quella che è la situazione in Veneto, con 1.023 casi positivi, 262 ricoveri, 68 casi in terapia intensiva, 54 persone dimesse e 29 decessi.

Niente mare, visite ai centri commerciali o serate in piazza devono più esserci come è invece avvenuto lo scorso weekend, quando l’invito ad adottare delle misure precauzionali era già stato lanciato.

Stiamo per entrare nell’area di massima turbolenza – ha spiegato Zaia – e se non riusciamo a intervenire, la curva non riusciamo ad arrestarla. C’è poco da fare atti di eroismo o di esorcismo. La prima cura al virus siamo noi e dobbiamo pertanto limitare al minimo i rapporti sociali: meno persone frequentate e meglio è”.

L’insidia – ha continuato il governatore – è il positivo asintomatico, che può contagiare in media 2,4 persone. Adotteremo ulteriori misure sanitarie, per far in modo di essere più incisivi, ma i veneti evitino di mandarmi commenti su come è fatto il mondo. Se non stiamo a casa, dovremo svuotare gli ospedali dai pazienti ordinari, per concentrarci esclusivamente sul Coronavirus”.

Il mio non è allarmismo – ha chiarito Zaia – ma ho detto sempre la verità: i modelli matematici dicono che entro il 15 marzo l’incremento delle terapie intensive sarà radicale, quindi non possiamo puntare solo sulla fortuna, ma dobbiamo stare in casa. Ringrazio i ragazzi che si sono offerti di fare la spesa per gli anziani, ma la devono lasciare all’ingresso di casa”.

“Abbiamo bisogno di grande solidarietà e civiltà. Oggi la partita passa in mano ai veneti e voglio vedere le strade vuote. – ha ribadito con fermezza il governatore – La verità è che questo virus qui da da noi fa più danni di una normale influenza e 29 morti in 15 giorni non sono pochi”.

Se non stiamo a casa possiamo chiudere tutte le fabbriche del mondo e non risolveremo il problema. – ha sottolineato nuovamente il governatore – Per quanto riguarda i tamponi, il problema non è solo farli, ma anche analizzarli: un tampone negativo oggi, può diventare positivo domani, ma serve a fare uno screening della situazione e a isolare i focolai del virus”.

“I cittadini non devono aspettare i decreti, ma devono stare a casa. – ha ripetuto con forza Zaia – Dico che è un fatto culturale e che dobbiamo fare un lavoro di squadra”.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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