Dal primo gennaio ad oggi in Veneto sono avvenuti 29 incidenti mortali sul lavoro censiti dall’Osservatorio Indipendente di Bologna (che esclude gli incidenti in itinere, ma assume una platea più vasta rispetto a quella dell’ Inail). In particolare i morti sul lavoro sono stati 6 a Venezia, 2 a Belluno, 1 a Padova, 1 a Rovigo, 3 a Vicenza, 8 a Verona e 8 a Treviso che eguagliano la grande Milano. Il dato pone il Veneto al primo posto in Italia per morti sul lavoro da inizio anno.
Tale cifra va incrementata di un ulteriore 30% di incidenti in itinere che nella stragrande maggioranza dei casi avvengono al ritorno dal lavoro (quasi mai in andata) e sono spessissimo imputabili a stanchezza a seguito del lavoro.
L’incremento delle morti sul lavoro in regione è indicato dall’Inail in un +18% nel primo trimestre 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017. Secondo un recente studio della Cgil del Veneto un lavoratore veneto su 5 nel corso degli ultimi 5 anni è stato colpito da un incidente sul lavoro.
Sono 375.135 gli infortuni sul lavoro denunciati all’ Inail in Veneto dal 2013 al 2017. Significa che nell’arco di 5 anni un lavoratore su 5 si fa male sul lavoro riportando lesioni di varia gravità, fino a menomazioni permanenti e, in 560 casi, addirittura la perdita della vita.
Il dato (essendo riferito al totale degli assicurati Inail in cui rientrano anche categorie a basso rischio) incide in modo ancora più sensibile sui settori più esposti, a partire dall’edilizia e da alcuni comparti industriali (metalmeccanico in testa), oltre che dall’agricoltura. Ed è particolarmente accentuato negli appalti e nelle esternalizzazioni dove minori sono le tutele sul lavoro. La provincia con il maggior numero di incidenti è Verona (79.831 eventi, 101 mortali) cui seguono Vicenza (69.808,108) e Padova (68.328,102) che però sopravanzano il capoluogo scaligero per numero di morti. Seguono Treviso (66.249,90), Venezia (62.352,98), Belluno (14.398,24) e Rovigo (14.169,37).
“Non è assolutamente accettabile che il lavoro da fonte di vita e di realizzazione della persona si trasformi in causa di morte, di invalidità e di dolore – commenta Christian Ferrari, segretario generale della Cgil del Veneto – La sicurezza deve tornare ad essere il più importante investimento all’interno delle aziende perché la tutela della vita e della salute rappresentano un diritto fondamentale e inalienabile che va garantito a tutti i lavoratori, diretti e degli appalti, indipendentemente dalla tipologia lavorativa”.
“La recrudescenza di infortuni e morti sul lavoro cui stiamo assistendo negli ultimi mesi in Veneto rappresenta una vera e propria emergenza sociale che non può più essere sottovalutata da nessuno, e che deve vedere una risposta immediata di contrasto sia da parte del sistema delle imprese, cui Cgil Cisl Uil hanno chiesto bei giorni scorsi un confronto, che da parte del mondo politico e istituzionale, a cominciare dalla Regione – continua Ferrari – Lo ribadiremo proprio domani (oggi, ndr) nell’ambito dell’incontro sul tema della sicurezza sul lavoro che Cgil Cisl Uil hanno chiesto nei giorni scorsi al presidente Zaia e in cui ribadiremo l’assoluta necessità di intensificare la prevenzione sotto tutti i vari aspetti e di rendere più efficace il sistema dei controlli anche adeguando risorse, organici e strumentazioni”.
(Fonte: redazione Qdpnews.it).
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