Veneto, progetto di legge per istituire la “Città veneta della cultura”. Villanova: “Occasione per un nuovo slancio”

Nell’Alta Marca Trevigiana sono in molti a ricordare l’avventura della Capitale Italiana della Cultura, che ha permesso a Pieve di Soligo di far conoscere a tutta Italia le sue bellezze, e ora arriva la notizia della presentazione di un progetto di legge per istituire la “Città veneta della cultura”.

Per Alberto Villanova, capogruppo della lista Zaia Presidente nel consiglio regionale del Veneto, si tratta di nuova occasione di visibilità e valorizzazione per il patrimonio culturale, artistico e immateriale dei grandi centri ma anche dei piccoli borghi della Regione.

“L’ultimo anno, con la pandemia che ha quasi azzerato i flussi turistici, ha vanificato il duro lavoro fatto dal Veneto, da sempre meta preferita dei turisti italiani e stranieri – spiega Villanova – Pensiamo solo che, all’inizio del 2020, con 32,5 milioni di presenze turistiche e 7,9 milioni di arrivi, la nostra Regione si posizionava in testa alle classifiche dell’accoglienza. E questo grazie al suo straordinario patrimonio culturale materiale, composto dai grandi capolavori architettonici e da 304 istituti museali”.

Villanova ha sottolineato che ad accogliere il 53,5% dei turisti sono proprio le città d’arte e, per valorizzare maggiormente ciò che ha definito un vero e proprio “tesoro”, ha depositato un progetto di legge per istituire, sul modello delle esperienze delle Capitali della cultura europea e nazionale, il titolo di “Città veneta della cultura”.

“Storia e cultura si leggono anche attraverso la tradizione enogastronomica e l’artigianato – continua – Il nostro Veneto custodisce prestigiose eccellenze manifatturiere e vitivinicole, senza contare che alcuni paesaggi, come quello delle colline del Prosecco, sono frutto di metodi di coltivazione che sono espressione delle nostre tradizioni. Il progetto di legge vuole sostenere la capacità progettuale delle città per fare in modo che si rafforzi la consapevolezza dell’importanza della cultura per la coesione sociale, l’innovazione e lo sviluppo economico delle nostre comunità”.

Secondo l’idea del consigliere regionale pievigino, ad essere eletti “Città veneta della cultura” non saranno solo i grandi capoluoghi, ma anche i borghi più piccoli e meno conosciuti alle masse che custodiscono alcuni gioiellini d’arte o di architettura, senza dimenticare la cultura e le tradizioni locali.

“Questo progetto di legge darà una nuova vetrina a questi piccoli centri, troppo spesso ai margini dei normali flussi turistici e, anche per questo, a rischio spopolamento – conclude – Grazie a questa nuova possibilità di visibilità, per cui sarà fondamentale il coinvolgimento delle comunità locali, l’economia del territorio potrà avere occasione di un nuovo slancio. Naturalmente grande attenzione sarà data a tutto quel patrimonio immateriale, fatto da tradizioni secolari, tecniche di coltivazione o produzione gastronomica e lingue antiche che rischiano di scomparire ma che rappresentano il vero punto di forza del nostro territorio”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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