Continua la campagna vaccinale della Regione Veneto contro il Coronavirus e nell’Ulss 2 Marca Trevigiana le dosi somministrate fino al 5 gennaio 2021 sono state 3.931 (vaccino Pfizer-BioNTech) mentre in tutta la Regione si è arrivati a 28.752 dosi somministrate (15,8% sul totale delle dosi somministrate in Italia).
Ieri sera, alle ore 18.30, è stata raggiunta la quota del 74% delle somministrazioni di vaccino anti-Covid rispetto alle dosi ricevute.
La campagna vaccinale è iniziata formalmente il 27 dicembre 2020, data unica a livello europeo, con la somministrazione di 880 dosi, ma si è partiti di fatto il pomeriggio del 30 dicembre, giorno in cui sono state consegnate le prime forniture di vaccino.
I dati riferiti a ciascuna Azienda Ulss comprendono le somministrazioni effettuate in tutte le strutture sanitarie e socio-sanitarie del territorio di riferimento.
I dati definitivi delle vaccinazioni sono rilevati al termine di ogni giornata (alle ore 22.30) e successivamente vengono trasmessi alla struttura commissariale per l’emergenza al fine della pubblicazione nel portale nazionale (l’aggiornamento nel portale nazionale può avvenire anche il giorno successivo).
Nella giornata di ieri, la dottoressa Francesca Russo, direttore della Direzione Prevenzione e Sanità pubblica della Regione Veneto, ha ribadito che il vaccino presenta un’efficacia molto elevata, pari al 95%, ed è stato il primo ad essere autorizzato.
Secondo il piano messo in atto dalle autorità sanitarie, ci sono tre tipologie di offerta vaccinale: quella ospedaliera, con un centro vaccinale ospedaliero o territoriale, quella nelle strutture residenziali e i centri vaccinali di popolazione.
In questa prima fase, l’offerta della vaccinazione riguarderà gli operatori sanitari, i centri per i disabili, i centri di salute mentale, gli ospiti e gli operatori delle case di riposo.
Successivamente, si comincerà a spedire nelle case un invito per il vaccino rivolto ai soggetti ultraottantenni (oltre 360 mila) per poi passare agli individui nella fascia 70-79 anni, a quelli fino ai 60 anni e alle categorie a rischio, oltre agli operatori dei servizi essenziali (dopo la fascia 70-79 anni).
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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