E’ stato firmato tra il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca e i sindacati, l’accordo che prevede che il personale docente venga assegnato alla scuola dall’ufficio scolastico territoriale attraverso i titoli e il punteggio della mobilità. Dunque si prevede il passaggio dei docenti dall’ambito territoriale alla scuola “disapplicando” la chiamata diretta prevista dalla Buona Scuola.
L’accordo, fortemente voluto dalla Uil scuola, è stato firmato da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e dalla Gilda. Di fatto mette fine alla “chiamata diretta” da parte dei dirigenti scolastici e, finalmente – spiegano i sindacati – rende oggettivo e non discrezionale il passaggio dall’ambito alla scuola”.
Sul nuovo contratto integrativo interviene anche l’assessore regionale all’istruzione del Veneto, Elena Donazzan: “Diciamo sempre quanto sarebbe bello poter scegliere i docenti fuori dalla obbligatorietà delle graduatorie, premiare il merito, valorizzare i migliori e questo primo atto va, a mio parere, nella direzione opposta: non a caso trova la piena condivisione di tutti i sindacati”.
“Avrei voluto vedere, come primo atto di riforma della cosiddetta ‘buona scuola’ – prosegue l’assessore Donazzan – la soluzione al problema delle migliaia di docenti magistrali, per i quali auspico che il sindacato trovi la stessa unanime concordia nel riconoscere, questa volta sì, il merito e le competenze”.
Elena Donazzan aveva infatti sollecitato il ministero, attraverso la IX commissione della Conferenza Stato-Regioni e la Conferenza dei presidenti delle regioni, ad affrontare il problema degli insegnanti diplomati e senza laurea che, a seguito del pronunciamento del Consiglio di Stato, sono esclusi dalle graduatorie ad esaurimento.
“Senza gli insegnanti diplomati l’anno scolastico che ha inizio tra due mesi non partirà”, avverte l’assessore del Veneto, che ricorda come una soluzione possibile fosse già stata elaborata: “Sarebbe sufficiente il riconoscimento dell’insegnamento per la durata di almeno 36 mesi, o avere superato l’anno di prova o uno dei concorsi banditi dal ministero per risolvere questo paradossale problema”.
(Fonte: Ansa e Regione Veneto).
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