Non si ferma il dibattito sul ritorno in classe degli studenti delle scuole superiori e su questo tema la Regione Veneto ha espresso una posizione molto chiara: “Le scuole superiori riapriranno alle lezioni in presenza il primo febbraio se non ci saranno rischi”.
Le autorità regionali valuteranno l’andamento epidemiologico nelle prossime settimane anche se da 15 giorni si riscontra un calo nelle curve del virus in Veneto.
“Ho sempre detto che ritengo una sconfitta dover chiudere – ha spiegato Zaia – ma qui, con i rischi di una comunità come quella scolastica, siamo davanti a un tema di sanità pubblica. Non accetto che ci dicano che non apriamo le scuole perché non siamo pronti con i trasporti, il cui piano per la riapertura è stato fatto e ufficializzato settimane fa”.
Anche il presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco, il professor Giorgio Palù, ha spiegato che l’apertura delle scuole non significa esporre gli studenti al rischio di contagio ma mettere in circolazione da 8 a 10 milioni di persone prima e dopo l’ingresso nelle scuole italiane.
Per le autorità sanitarie servono prudenza e un approccio ragionevole anche se la speranza è di poter autorizzare l’apertura in sicurezza delle scuole superiori della Regione Veneto il primo febbraio.
Intanto la campagna vaccinale contro il Covid-19 continua e l’aggiornamento di ieri sera parla di 13.249 dosi di vaccino somministrate nell’Ulss 2 Marca Trevigiana.
Nella Regione Veneto, che ha terminato le prime due forniture e metà della terza, sono state somministrate 97.244 dosi di vaccino, il 9,7% del totale delle dosi somministrate in Italia.
Rispetto alla prima fascia di vaccinati (60 mila dipendenti degli ospedali, 30 mila operatori e 30 mila ospiti delle case di riposo) entro fine gennaio si dovrebbe procedere con la seconda dose di vaccino mentre tutti aspettano che venga sbloccata la questione AstraZeneca, che aiuterebbe a velocizzare la campagna vaccinale.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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