Il professor Crisanti candidato con il Pd, “no comment” di Zaia. Il governatore: “Adesso “fa figo” essere eletti in Veneto, non siamo più periferia dell’impero”

Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia non ha voluto commentare la notizia della candidatura alle prossime elezioni politiche, tra le fila del Partito Democratico, del microbiologo, accademico e divulgatore scientifico Andrea Crisanti nella circoscrizione Europa.

Questa notte la direzione nazionale del Pd ha approvato le liste per le candidature in vista delle prossime elezioni politiche: il segretario Enrico Letta sarà candidato come capolista alla Camera in Lombardia e Veneto, l’economista Carlo Cottarelli al Senato a Milano.

Tra i vari nomi anche l’ex ministro Beatrice Lorenzin candidata in Piemonte e in Veneto, Debora Serracchiani in Piemonte e Friuli-Venezia Giulia (dove è stata presidente della Regione), il presidente Nicola Zingaretti e l’ex ministro Marianna Madia nel Lazio, il ministro del lavoro Andrea Orlando in Liguria, il senatore Pier Ferdinando Casini in Emilia-Romagna e il Ministro della salute Roberto Speranza in Campania.

Per il Veneto sono emersi i nomi della trevigiana Rachele Scarpa, capolista del proporzionale alla Camera nel collegio plurinominale Venezia-Treviso-Belluno, e Alessandro Zan noto per aver promosso e ottenuto il primo registro anagrafico italiano delle coppie di fatto, aperto anche alle coppie omosessuali, e per essere stato il relatore del disegno di legge contro l’omofobia.

“Io non commento assolutamente – ha dichiarato Zaia rispondendo alla domanda sulla candidatura di Crisanti – Prima di tutto perché poi non so se sarà confermata, come lo dovrà essere, con la sottoscrizione della candidatura. Due perché penso che sia una prerogativa di tutti i cittadini, che hanno l’età e i requisiti, di potersi candidare. Figuriamoci se posso pensare che ci sia chi ha diritto a candidarsi e chi no. Punto, non aggiungo altro”.

“Da periferia dell’impero, da mezzadria di Roma, siamo passati a una Regione da standing unico – ha continuato -. Penso che il più grande risultato che si può attribuire a questa Regione e a questa amministrazione regionale è che noi siamo riusciti a ridare dignità e rispetto al Veneto. Non c’è un tavolo a livello nazionale dove non si vada comunque a sentire l’opinione del Veneto. Adesso candidarsi qui è come avere il collegio di Roma, ‘fa figo’ essere eletti in Veneto. Ma noi restiamo qui. Quando io ho corso nel 2015 il Pd aveva il 45%. Sapete cosa mi ha detto Berlusconi un giorno in Consiglio dei Ministri? Io non sono esperto di calcio e mi ricordo che mi disse, il Milan aveva perso forse, ‘non mi fanno giocare’. Bisogna sempre capire che avversari si hanno quando si corre”.

Il presidente del Veneto ha parlato anche dei diritti civili e del tema della sessualità: “Non c’è nessun mal di pancia – ha aggiunto Zaia – Io ho posto solo una questione, che penso sia naturale, che è quella che per alcuni temi noi non dobbiamo avere complessi di inferiorità, non dobbiamo pensare che ci trattino sempre come quelli con l’anello al naso, non dobbiamo abdicare a trattare questi temi e dobbiamo capire che non sono temi di esclusiva trattazione di altre parti politiche. Penso che il tema della sessualità e delle nuove coppie non appartenga al pensiero politico ma alle nostre coscienze”.

“Evitiamo che ci sia sempre questo fuoco che arde, forse a volte anche a dismisura – ha proseguito – Nessuno se lo ricorda ma la famosa frase ‘La patologia non è l’omosessualità ma è l’omofobia’ l’ho detta al Festival della Famiglia di Verona tre o quattro anni fa. Se da un lato è giusto che si risolvano alla base tutti i problemi, dall’altro è altrettanto vero che, a questo punto, è opportuno discutere di altro. Non so se avete fatto caso, non è che possiamo discutere in campagna elettorale o in questo Paese sempre dei soliti tre temi. Penso che i cittadini abbiano anche diritto di sentir parlare di altro o no?”.

“Se vogliamo andare a scavare e a fare gli ‘speleologi dell’anima’ – ha aggiunto -, e andiamo a vedere anche le altre formazioni politiche, non mi risulta che anche chi sta portando la bandiera al suo interno ce li abbia tutti allineati con la bandiera, perché l’ultracattolico c’è a Destra e a Sinistra. Il Centrodestra di 30 anni fa non è quello di oggi e quello che avremo fra 30 anni non è questo”.

Non dobbiamo mai paragonare un’elezione dove la candidatura è diretta con le politiche – continua parlando del suo impegno per queste elezioni -, qui noi non eleggiamo il presidente. Io faccio il mio dovere da militante nel rispetto dell’idea di tutti. Ho anche coscienza del fatto che molti cittadini che non la pensano come me politicamente mi abbiano votato. Io ci sono, il partito ha fatto la scelta di utilizzare la mia immagine sui manifesti”.

“Direi di non concentrarci in questa fase sui sondaggi e di andare direttamente alle urne che ci danno il dato reale – ha concluso Zaia -. Dire che il tema dell’omofobia sia un mantra del mio partito, decisamente no. Io penso che tutte le cose abbiano un’evoluzione naturale: se guardiamo la Sinistra di oggi non è quella di 30 anni fa. Penso che una visione progressista del Centrodestra sia assolutamente in linea con i tempi. Se noi abbiamo i ragazzi come obiettivo, loro sono già usciti dalle gabbie ideologiche pur restando di Centrodestra o di Centrosinistra. Poi uno non deve rinunciare ai principi ispiratori”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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