Zaia a “Porta a Porta”: “Gli operatori turistici del Veneto non sono schiavisti. Retribuzioni, la vera sfida è lavorare sul cuneo fiscale”

Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia è stato ieri martedì tra gli ospiti della seconda parte di “Porta a Porta”, lo storico talk show di Rai Uno condotto da Bruno Vespa. Il programma gode di un’audience di prim’ordine, che ieri sera ha potuto ascoltare Zaia e gli altri ospiti affrontare temi di stretta attualità italiana, dopo che la prima parte aveva fatto il punto sulla guerra in Ucraina.

La seconda parte di “Porta a Porta” è iniziata ponendo il quesito della carenza di cittadini disposti a svolgere certi lavori, compresi quelli legati alla ristorazione, nonostante il problema della disoccupazione esista ancora. “Perché?” si è chiesto Vespa. Pronta la risposta di Zaia: “In alcune zone del Paese questo accade perché ci sono alternative, come il reddito di cittadinanza. Ce lo dicono molti imprenditori, ad esempio del sud. Anche del nord? Dalle nostre parti il reddito di cittadinanza incide di meno. C’è anche un tema “culturale”, tant’è vero che abbiamo difficoltà ad esempio per gli stagionali, tanto per citare una categoria, per tutta quella che è l’offerta turistica estiva”.

A Zaia ha fatto a più riprese da contraltare la senatrice del M5S Maria Domenica Castellone: “Se un sussidio come il reddito di cittadinanza compete con un lavoro – ha detto la parlamentare pentastellata – vuol dire che c’è un problema salariale, evidentemente. Non è vero che non si trovano stagionali se nel 2021 i contratti stagionali sono stati un milione a fronte dei 750 mila del 2019, quando non c’era il reddito di cittadinanza. Evidentemente non si cercano lavoratori, ma schiavi”.

Quest’ultima affermazione ha fatto sobbalzare Zaia, il quale si è affrettato a precisare che “la più grande industria turistica italiana è quella del Veneto, che fa 18 miliardi di euro. Noi non abbiamo negrieri, non abbiamo schiavisti, che sia chiaro. Non posso accettare che si dica che i miei operatori cercano schiavi. Sono uno che non fa mai polemica, ma è sufficiente parlare con un operatore turistico al sud che dice di avere queste difficoltà. Credo che per certi comparti il reddito di cittadinanza serva e debba essere sostenuto, ma venire qui a dire che non porta ad essere competitivo rispetto all’occupazione direi che significa negare la realtà”.

Sullo stesso tema, Zaia ha risposto anche alla professoressa Chiara Saraceno, già presidente del Comitato scientifico per il reddito di cittadinanza: “Ho parlato del problema culturale, nel senso che magari non c’è più la disponibilità a fare orari particolari. Effettivamente se parliamo di turismo questo è uno dei limiti dei pubblici esercizi, ma negare che in alcune località gli imprenditori dicano che non riescono a confrontarsi con nuovi possibili, potenziali occupati perché questi ultimi rispondono che comunque un gruzzoletto ce l’hanno, probabilmente io parlo con tutta gente che si è fumata il cervello e dà letture semplicistiche, ma guarda caso sono quelli che hanno le partite iva in tasca e cercano lavoratori”.

La puntata si è poi concentrata sulla sanità italiana, sia pubblica che privata, e sulle scelte dei medici: “Il settore pubblico da noi funziona – ha detto Zaia – la contrattazione nel privato è più libera rispetto al pubblico che ha un contratto nazionale. Non è che i medici io li posso pagare quanto voglio. Sbagliando la programmazione nella formazione dei medici, oggi non ci sono medici sul mercato, e il privato riesce ad essere più competitivo con la contrattazione “one to one” che interessa anche stipendi, orari, premialità. Noi guidiamo contromano bendati a 200 all’ora e qualcuno ci dice: cercate di non beccare i platani perché vi fate male” l’immagine forte scelta da Zaia, che ha avuto un vivace scambio dialettico con la senatrice Castellone: “La sanità veneta ha una quota di privato tra le più basse d’Italia – ha ricordato il governatore del Veneto – ma i medici non ci sono, i concorsi vanno deserti. Il settore pubblico da noi eroga 80 milioni di prestazioni sanitarie all’anno. Faccio un esempio: in Veneto il 95% dei cancri al seno ha un esito positivo, perché facciamo gli screening ma anche perché abbiamo attivato le breast unit. Ogni nostro hub provinciale ha la chirurgia robotica”.

Come un cerchio che si chiude, la puntata di ieri di “Porta a Porta” è terminata trattando ancora delle retribuzioni di chi lavora, anche rispetto alle esperienze di altri Paesi europei: “E’ corretto eticamente porre la questione del salario minimo. Le modalità per raggiungerlo possono essere molteplici, ad esempio lavorare sul cuneo fiscale e tenere conto del costo della vita. Lavorare sul cuneo fiscale è la vera sfida” il pensiero di Zaia.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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