Zaia firma il primo accordo in Italia con l’Amministrazione penitenziaria per promuovere percorsi di inclusione socio-lavorativa dei detenuti

Questa mattina a Palazzo Balbi il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha firmato un accordo con l’Amministrazione penitenziaria, rappresentata dalla dottoressa Maria Milano Franco d’Aragona, Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, per promuovere percorsi di inclusione socio-lavorativa a favore dei detenuti.

“È un importante cambio di passo per un modello nuovo di giustizia e di welfare – ha commentato il governatore del Veneto -: reinserire e riabilitare i detenuti al lavoro, all’istruzione e alla società è non solo un dettato costituzionale, ma una scelta di civiltà. La Regione assumerà per tre anni quattro funzionari che si affiancheranno agli educatori delle carceri per formare dal punto di vista lavorativo le persone da reinserire nella comunità. Per questo progetto è previsto un investimento di 200 mila euro”.

Zaia ha sottolineato che su questo tema si misura la civiltà di una comunità e ha parlato di altri progetti già partiti in Veneto legati a questo settore: la giustizia riparativa (far incontrare la vittima con l’assessore) e il reinserimento socio-lavorativo.

“Sono 52 i suicidi a livello nazionale – ha spiegato Zaia – noi abbiamo avuto due suicidi a livello veneto, senza parlare di un migliaio di atti di autolesionismo e di tentato suicidio. La situazione è assolutamente problematica. Noi consideriamo ancora il modello rieducativo perché, se non vediamo questa finalità nel carcere, vuol dire che è finita anche la civiltà”.

Milano Franco d’Aragona ha ringraziato il presidente del Veneto per l’attenzione dimostrata nei confronti dell’Amministrazione Penitenziaria. “Con la Regione Veneto c’è una grandissima collaborazione – spiega -, una collaborazione fattiva anche con il Garante delle Persone Detenute, con la sanità e con lo stesso presidente. Per noi è estremamente importante questo protocollo perché dà la possibilità di avere dei funzionari che in qualche modo, insieme ai nostri funzionari, possono potenziare e trovare all’interno degli istituti penitenziari del Veneto le competenze che i nostri detenuti hanno, potenziarle e poter in qualche modo restituire alla collettività, una volta che il detenuto esce, persone formate”.

“Ringrazio davvero per la firma di questo protocollo – conclude -. Devo riconoscere che è il primo in Italia e soprattutto la velocità con cui ci siamo parlati e abbiamo condiviso queste idee”.

La popolazione carceraria del Veneto è di 2392 persone, la metà è rappresentata da persone extracomunitarie e sempre la metà è in attesa di giudizio.

Il Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per il Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia ha ricordato anche i protocolli sulla prevenzione dei suicidi firmati con la Sanità, ribadendo la necessità di lavorare in squadra per dare risposte concrete alle esigenze che emergono da questo delicato settore.

(Foto: Regione Veneto).
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