Zaia preoccupato dal silenzio dell’Europa sul caso Prosek: “Pronti a fare causa ai croati”

Non si ferma la “guerra” contro il nome Prosek da parte della Regione Veneto con in testa il suo governatore Luca Zaia, che si dice “fortemente preoccupato” della situazione anche “alla luce di alcuni segnali su temi analoghi che arrivano dall’Europa”.

Il tema a cui si riferisce il governatore è quello dell’aceto “balsamico” sloveno a cui recentemente si è aggiunto anche quello “made in Cipro”. Questi due Stati, a un anno di distanza l’uno dall’altro, hanno notificato alla Commissione Europea una modifica alle loro leggi alimentari permettendo così di definire aceto balsamico una miscela di aceto, mosto d’uva e zucchero.

Ma torniamo al Prosek e agli uffici europei competenti, che fino ad ora non si sono espressi in merito alla vicenda dopo il ricorso presentato dall’Italia e che secondo Zaia “devono mettersi in testa che difendere l’identità è fondamentale perché significa rispettare il lavoro di persone che magari oggi non ci sono più, ma che negli anni hanno dato vita a veri e propri fenomeni agroalimentari”.

Silenzi appunto, da parte degli organi europei competenti, che tanto fanno infuriare i viticoltori Veneti che a causa dell’assonanza tra questi due nomi rischiano di perdere una fetta importante di mercato. Più volte infatti si è parlato di come questo nome possa confondere due prodotti che seppur entrambi derivati dall’uva risultano essere totalmente diversi tra loro. Uno spumante quello Italiano, un vino da dessert il croato. La questione non è comunque sulla qualità dei due prodotti ma sul fatto che questa similitudine del nome possa minare il futuro del Prosecco.

È stato lo stesso Zaia nel 2009, all’epoca Ministro dell’agricoltura, a firmare il decreto – riconosciuto perlopiù dall’Europa – per la riserva del nome Prosecco. A questo va aggiunto poi “che il nome è all’interno della denominazione di questo sito Unesco e quindi riconosciuto a livello internazionale – precisa Zaia – alla luce di questi fatti l’Europa rischia di smentire se stessa”.

La Regione Veneto è dunque in attesa di una risposta europea (che sino ad ora, come scritto, pare non arrivare). L’ultima mossa del Veneto? “Fare causa ai croati visto che stanno cercando di usare un nome che non è loro” spiega Zaia, a cui fa eco anche il senatore cadorino e responsabile nazionale del Dipartimento Agricoltura di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo: “Bisogna farsi sentire con la Commissione Europea e i suoi servizi: quello che è stato fatto finora non è sufficiente – si legge in una nota -. Continuando così non si potrà fermare l’apertura di una strada che, una volta avviata, sarà senza ritorno. Chi siede oggi nei palazzi del potere deve darsi una mossa per sventare questa minaccia e mettere in chiaro che i gioielli italiani sono merce unica e non replicabile, nemmeno nel nome”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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