Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, non ritiene buoni gli indicatori che emergono dal bollettino di oggi, martedì 30 giugno 2020, sull’emergenza Coronavirus nella Regione Veneto: 958.434 tamponi (7.813 in più rispetto a ieri), 19.286 positivi (8 in più di ieri), 746 persone in isolamento (35 persone in più di ieri), 192 ricoverati in area non critica (5 ricoverati in più di ieri e 21 pazienti su 192 sono positivi al Coronavirus), 10 terapie intensive, 2.012 morti in generale, 3.583 dimessi mentre i nati nelle ultime 24 ore sono 89.
“Io continuo a dire ai cittadini attenzione – ha dichiarato Zaia – perché mi preoccupa lo sport nazionale di non portare più la mascherina, di viverla come la sfida quotidiana contro l’autorità che ti impone l’uso della mascherina, piuttosto che il disinteresse per l’assembramento. Siamo davanti a una bestia terribile, è un virus che ha dei comportamenti incomprensibili. Dai Paesi asiatici ci arriva la notizia che c’è una nuova variante del virus del pipistrello che dà sindrome influenzale nel maiale e che anche questa può essere trasmissibile all’uomo, voi capite che c’è poco da scherzare”.
“Dobbiamo cercare un punto di equilibrio – aggiunge il governatore della Regione Veneto – e questa è la fase della convivenza. Siamo entrati nella fase limbo: o andiamo avanti o andiamo o indietro. Inauguriamo questa nuova fase dove ognuno di noi deciderà se vuole andare allo schianto o cercare di salvare la propria vita e quella degli altri cittadini. Vedo che si inizia a stringere di nuovo le mani, evitatelo e continuate a disinfettare le mani. Ricordo che ci hanno detto che il virus vive anche sulle superfici”.
A fine luglio verrà presentato il nuovo piano della Regione Veneto per affrontare al meglio il possibile ritorno del virus nei prossimi mesi.
Durante il punto stampa di oggi, Zaia ha invitato il governo e l’Organizzazione Mondiale della Sanità a verificare bene i sistemi di gestione del Coronavirus e di lettura dei dati epidemiologici di tutti i Paesi, proprio perché in alcune situazioni i dati reali e quelli forniti da alcuni Stati sembrano essere difformi.
Presente al punto stampa di oggi il dottor Diego Ponzin, direttore di Fondazione Banca degli Occhi del Veneto Onlus che ha fornito alcune informazioni sui trapianti di cornea dopo il Coronavirus.
In cinque mesi le donazioni sono diminuite del 25% ma non si sono azzerate, nonostante le attività di trapianto di cornea siano state sospese durante l’emergenza Covid-19.
Il Veneto ha individuato all’interno dei propri ospedali dei percorsi Covid-free che hanno permesso di ricoverare i pazienti ed effettuare degli interventi garantendo ai pazienti la sicurezza del tessuto e anche la sicurezza di non incrociare dei percorsi attraversati da malati Covid.
Il Veneto ha raccolto un messaggio lanciato dal Ministero della Salute, considerando quella che può essere definita l’emergenza del donatore, visto che si tratta di beni con disponibilità di poche settimane (per la cornea solo poche settimane).
Una direttiva del Veneto, emessa il 21 aprile, ha permesso il trapianto di cornee e da marzo viene effettuato un tampone sui donatori di cornee (1 donatore ogni 200 è risultato positivo e si è trattato di soggetti asintomatici).
Il dottor Ponzin ha spiegato che il virus, quando è presente nel naso-faringe, è presente qualche volta anche all’interno dell’occhio della persona. Un’altra informazione importante è che nei tessuti oculari dove è stato trovato l’Rna del virus non si è ricavato un virus infettante.
I sintomi del Coronavirus nell’occhio, inoltre, sono rari e non tipici (si tratta di sintomi esterni, sostanzialmente una congiuntivite) e nessuno ha perso la vista per colpa del virus.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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