Il governatore Zaia non ha nascosto la sua preoccupazione per i diversi episodi di cittadini veneti contagiati durante le loro vacanze all’estero e poi ritornati in Veneto positivi al Coronavirus.
Numeri importanti che preoccupano la Regione Veneto con Zaia che ha dichiarato di non voler lanciare l’allarme per mettere in difficoltà i Paesi che fanno concorrenza alla Regione a livello turistico ma perché i numeri che arrivano ogni giorno non sono rassicuranti.
Intanto, nel punto stampa di oggi, venerdì 7 agosto 2020, il presidente della Regione Veneto ha presentato il Piano di Sanità Pubblica della Regione Veneto, approvato dal comitato tecnico scientifico regionale.
“È un Piano di Sanità Pubblica di una Regione che ha conosciuto e ha guardato in faccia il Covid e che sa di avere una squadra eccezionale. Approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno lavorato fino ad oggi (i sanitari, i volontari, il territorio, i medici di base e anche i giornalisti) – ha dichiarato Zaia – Questo piano si basa su alcuni pilastri fondamentali: la prevenzione, la capacità diagnostica (la rete di laboratori), l’assistenza sanitaria territoriale, l’emergenza urgenza (118 e Pronto Soccorso), l’assistenza ospedaliera e i servizi informativi regionali”.
Si conferma il rafforzamento della rete ospedaliera con la presenza dei 13 Covid-center, degli investimenti della Regione Veneto per 81 milioni e 900 mila euro mentre le terapie intensive di base sono 494 (44 sono private convenzionate), 85 terapie semintensive e 165 di malattie infettive.
Con il nuovo Piano di Sanità Pubblica, la Regione Veneto prevede di portare le terapie intensive al numero di 840 (da 494), le terapie semintensive passeranno da 85 a 663 mentre le infettive passeranno a 1.085 (da 165).
Modificando le terapie subintensive, visto che la Regione Veneto ha in magazzino una scorta di respiratori, le terapie intensive arriveranno a 1.016 postazioni.
“Questo non è il libro dei sogni ma è operatività bella e buona – ha aggiunto Zaia – Non vi sto parlando di cose che faremo o vedremo perché ci sono. L’unica cosa che non c’è fisicamente è il passaggio dalle 840 terapie intensive alle 1.016 perché significa staccare una semintensiva per attaccare un’intensiva ma quello lo si fa con il principio dei vasi comunicanti in base alla qualità dei pazienti. Noi non abbiamo disallestito terapie intensive se non quelle che erano di ingombro, pensate a quelle nelle sale operatorie”.
La Regione Veneto ha investito 16 milioni e 100 mila euro per i percorsi di pronto soccorso, i triage e i pre-triage oltre all’acquisto di molte attrezzature per i laboratori (14 laboratori di microbiologia in Veneto).
Per quanto riguarda i tamponi, si parla di 32 mila tamponi al giorno con l’introduzione della tecnica del pooling (da 30 provette se ne fa una) per il problema della mancanza di reagenti.
Inoltre, rimane il tema del test rapido (utile soprattutto per lo screening) e Azienda Zero ha già fatto il bando per la manifestazione di interesse visto che stanno arrivando sul mercato tante proposte di test.
Tra le diverse novità, si introduce la figura dell’infermiere di famiglia che collaborerà con i medici della medicina generale (otto infermieri ogni 50 mila assistiti, un infermiere ogni 4 medici di base).
Verrà implementato il sistema di bio-sorveglianza oltre al contact-tracing e alla mappatura del territorio.
Ci saranno campagne di screening sulle comunità di stranieri in maniera collaborativa (lavoratori stagionali, badanti e centri dove sono presenti gli immigrati).
Questi i dati di oggi sull’emergenza Coronavirus nella Regione Veneto: 20.535 positivi (164 positivi oggi), 5.212 persone in isolamento, 111 ricoverati (80 sono negativi), 9 persone in terapia intensiva, 2.078 morti in generale, 3.763 dimessi e 1.295.746 tamponi (oltre ai test rapidi).
Dalla situazione attuale sull’emergenza Covid-19 in Veneto emerge ancora il fenomeno dei positivi asintomatici.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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