Quando il calcio è vera passione: Andrea Uberti, da Longarone a Fregona tre volte alla settimana solo per l’amicizia e la compagnia

Il calcio solo per passione? Mentre già a livello dilettantistico da molti anni paghette e rimborsi spese sono all’ordine del giorno fin dalla terza categoria, un esempio di come si possa giocare solo per divertimento ed una cenetta o rinfresco settimanale lo troviamo a Fregona.

Com’è noto la squadra del presidente Ezio Andreetta, con il direttore generale Federico Nardin e il ds Fabrizio Gallo, solo tre stagioni fa sembrava destinata a sparire, ma per la volontà di un gruppo di ex giocatori, molti dei quali militanti in categorie superiori, è rinata, soprattutto per l’affezione che in ognuno di loro era rimasta per il paese. Poi, vinto con “una gamba sola” il campionato di Terza, è arrivato il secondo posto nell’ultimo campionato di Seconda categoria. E ora si vedrà. Il tutto con un dogma preciso: si gioca per l’amicizia, con lo spirito di una famiglia, rigorosamente senza avere in cambio nulla, né rimborso benzina né tantomeno premi partita.

L’interprete principale, tra tanti giocatori che fin dalla Terza categoria “pretendono” un ritorno economico, può essere individuato dal “centrale” della formazione ora affidata a Marco Della Libera dopo l’esperienza di mister Cristiano Melis (a proposito, anche lui aveva accettato la conduzione tecnica del tutto gratuita): Andrea Uberti (il secondo in piedi da sinistra), 39 anni, che da tre anni, per tre volte alla settimana, parte dalla sua Longarone e raggiunge Fregona per allenamenti, incontri e partite, senza pretendere alcunché. Anche i suoi compagni ovviamente, ma il loro impegno in termini di distanze è molto inferiore.

Uberti è un veterano, avendo militato di diverse squadre bellunesi, di Prima e Promozione, tra le quali Limana, Ztll, Plavis.

Andrea, cosa ti ha spinto a interpretare il calcio come dovrebbe essere con lo spirito dilettantistico?

Da un paio di stagioni è così – ammette onestamente – ora gioco solo per l’amicizia che mi lega al gruppo, ma i miei rimborsi in passato li ho presi. Ora la passione è rimasta e voglio fare gli ultimi anni tranquillo con i miei amici, anche se l’impegno è molto serio. A Limana avrei potuto restare ma sarebbe stato troppo pesante, anche per il mio lavoro.

E allora tutti a a Fregona?

Sai, lì ho visto che c’era una bella compagnia di amici con i quali negli anni avevo giocato insieme o anche contro, che le cose venivano fatte seriamente. Ho voluto stare bene oltre al calcio, che deve essere lo sfogo oltre il lavoro, non il lavoro. Ora rimango un’altra stagione, non mi pesa, anche se sono convinto che debbano giocare i più giovani. Magari un domani, quando smetterò, darò sempre una mano lì, ho trovato un ambiente ideale a mezz’ora da Longarone e che ha sposato le idee che avevo io: per stare bene vale la pena anche rimetterci la benzina.

(Foto: Usd Fregona).
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