Dopo 55 anni dal diploma, gli ex allievi della classe 5°A dell’Itis indirizzo meccanica a Conegliano 1966/67 si sono finalmente ritrovati sabato 3 dicembre. Gianfranco Padovan (Franco) e Mario Franceschi (Gipo), dopo un’attenta ricerca, sono riusciti a “ricostruire” la classe ed hanno inviato a tutti i componenti un invito.
“Carissimi ex compagni di classe 5°A – ha scritto Gianfranco nell’invito – alla fine ce l’abbiamo fatta a sentire praticamente tutti: Mario ha avuto un ruolo determinante, io mi sono limitato a tener alta la motivazione e a tessere la tela delle comunicazioni whatsapp, via lettera o sms. Sentire Mario che mi raccontava gli incontri di persona e via telefono è stato uno spasso e mi sono trovato a sorridere e a pregustare il piacere di vedervi e incontravi. Poi lui sa raccontarle bene”.
“A pensarci bene – ha continuato – organizzare un incontro a distanza di 55 anni è stata ed è una bella impresa. Il clima emotivo che ci ha accompagnato in questi quattro mesi è stato incredibile. La vostra risposta entusiastica all’iniziativa ci ha sorpreso e motivato. L’accoglienza e la disponibilità mostrate dalla preside e segreteria dell’ITIS a valutare la nostra richiesta sono state sorprendenti, tanto da meritare le sperticate lodi di Mario”.


“Avremo così modo di visitare la nostra aula – ha spiegato Franco – e i posti in cui abbiamo speso cinque anni della nostra vita ad imparare e conoscere fatti e cose che ci hanno aiutato poi nei nostri percorsi professionali e di vita. Non solo. Volevo tacervi il nome del nostro insegnante fino al giorno dell’incontro. Non ci sono riuscito. Mario con il suo ultimo aggiornamento via whatsapp ha fatto venire meno la sorpresa. L’ing. Damo sarà con noi. Il suo punto di osservazione e i suoi ricordi saranno per tutti noi interessanti e stimolanti. E, viceversa, noi saremo per lui la cartina tornasole del suo essere stato uno dei nostri insegnanti“.
“Sappiamo che gli impegni pregressi di alcuni di noi potrebbero condizionarne la presenza – conclude -. In questo c’è una certezza: il prossimo incontro non potrà essere tra altri 55 anni. Speriamo che tutti possano essere presenti, ma se dovesse succedere richiederemo all’impossibilitato la presenza virtuale per un brindisi e un saluto”.
Il tanto atteso ritrovo è avvenuto alle 10.30 all’allora “Casa dello Studente”, ora Casa Toniolo, in via Galilei per poi visitare assieme la scuola, le classi e i laboratori, compiendo un vero e proprio tuffo nel passato.
“Eravamo quasi tutti, esclusi i quattro defunti e i tre ammalati – racconta Mario Franceschi -. Come da programma, ci siamo ritrovati con due insegnanti tecnici: l’ingegnere Giuseppe Damo, il perito Augusto Fiorin e anche il “bidello” Franco Somera. Siamo stati ricevuti dalla prof. Marcon accompagnati prima nella sala insegnanti per il saluto ufficiale e un pensiero al nostro vecchio preside prof. Wallomy e poi nella nostra vecchia classe. Seduti e all’appello fatto da Damo, ognuno in piedi con la risposta “Presente” e con il racconto di qualche marachella o aneddoto: Cose d’altri tempi“.


Arrivata l’ora di pranzo, i “compagni di classe per sempre” si sono recati all’Antica Osteria alla Sorte e alle 16 hanno partecipato a una visita guidata in piazza Cima e alla rinnovata Sala dei Battuti al Duomo.
“Grazie a tutti per la giornata, è stato un piacere rivederci – ha riferito Mario ai suoi ex ‘colleghi’ -. All’inizio più di qualcuno chiedeva chi era questo o quello. Vedere lo sforzo, fatto da molti di noi, di allineare l’oggi con il passato è stato per me emozionante. L’incontro ha raggiunto il suo scopo primario, che era quello riannodare l’oggi al passato. Lo faremo anche meglio pubblicando le foto di un tempo con le foto e i video di oggi. Ma ancor di più potrà essere fatto se avremo modo di sentirci per vari motivi: la salute, i pareri su temi sui quali si sa qualcosa o anche più di qualcosa, altro che ci verrà in mente, eccetera. Ad esempio oggi parlando con Claudio abbiamo scoperto che Plinio ha realizzato decine, forse parecchie decine, di meridiane solari: ognuno di noi ha coltivato qualche interesse (e competenze) che meritano di essere conosciuti o semplicemente ricordati“.
Mario ha concluso la lettera chiedendo un aiuto da parte di tutti, non solo dai suoi ex compagni di classe: “Oggi abbiamo sentito quali sono i problemi che l’Itis ha. A me non dispiacerebbe parlarne per trovare qualche soluzione“.
(Foto: per concessione di Mario Franceschi).
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