Il futuro del teatro “Lorenzo Da Ponte” di Serravalle è tornato sulla ribalta della scena politica vittoriese. A riaccendere i riflettori sullo storico immobile di piazza Minucci è stata un’interrogazione del consigliere comunale di Rinascita Civica Alessandro De Bastiani nella seduta pre pasquale del Consiglio comunale.
“Il 18 febbraio 2010 il Comune ha stipulato un protocollo d’intesa con Fondazione Cassamarca per la gestione del teatro “Da Ponte” – ha premesso De Bastiani – e la convenzione, scaduta il 30 settembre 2022, è stata prorogata fino al 31 marzo 2023. Fondazione ha proposto al Comune l’acquisto del teatro per l’importo di 2,5 milioni di euro, e il Comune, dopo avere commissionato una prima perizia che ha stimato il valore del teatro in 1,5 milioni di euro, ne ha commissionata un’altra all’Agenzia delle Entrate (non si capisce perché una doppia spesa). Nel bilancio di previsione 2023 è previsto un impegno di spesa per la gestione del tatro per 145.608 euro e una previsione di entrate per mille euro; per la proroga di sei mesi il Comune elargirà a Fondazione 14.649 euro e in conseguenza di questo atto il Comune ha rinnovato la convenzione per la gestione del teatro con il Centro teatrale Lorenzo Da Ponte Srl”.
De Bastiani ha poi considerato che “il 31 marzo 2023 è scaduta la convenzione del Comune con Fondazione Cassamarca, e per quella data sicuramente non sarà stato perfezionato l’atto di acquisto del teatro che l’amministrazione ha dichiarato di voler concludere. Si chiede pertanto cosa succederà (o cosa è successo) dal 1° aprile, se sarà rinnovata la convenzione e se a parità di spesa o se varieranno le condizioni finora sottoscritte. Se la spesa ipotizzata di 145 mila euro rimane attendibile o se fra pochi giorni sarà necessaria una variazione di bilancio per adeguarsi a diverse richieste di Fondazione Cassamarca”.
Questa la risposta del sindaco Antonio Miatto: “Lei ha ragione, il 31 marzo è scaduta anche la proroga che avevamo con Fondazione. Ci eravamo impegnati, su volontà di questo consiglio comunale, ad appurare un equo prezzo per un acquisto di quell’immobile. Abbiamo fatto una prima valutazione che ha dato un certo risultato (1,5 milioni di euro). La controparte, a fronte di questa valutazione, ha denegato la possibilità di cedere l’immobile a quel prezzo e ha disquisito circa la bontà della valutazione, che era un po’ particolare come approccio. Veniva detto da controparte che era dichiaratamente di parte, e l’immobile non era correttamente valutato. Per cui, per tagliare la testa al toro, abbiamo chiesto una proroga e ci siamo avvalsi di un ente che poteva dare maggiori garanzie di imparzialità, e quindi l’Agenzia delle Entrate. Il 30 marzo, entro i tempi previsti, è arrivata la loro valutazione, con tutta un’altra impostazione: il risultato finale è pressoché sovrapponibile a quanto richiesto da Fondazione. Abbiamo fatto appena in tempo ad avvisare Fondazione della nuova situazione. Attualmente stiamo interloquendo con Ca’ Spineda per avere il tempo necessario a riportare il tema in questo consiglio comunale fornendo i dati relativi alla nuova valutazione, e sentire da questo consiglio se procedere o meno all’acquisizione dell’immobile. Contemporaneamente ci stiamo anche muovendo per reperire i fondi per un’eventuale acquisizione. I contatti con Fondazione sono sia telefonici sia ufficiali”.
De Bastiani non si è mostrato soddisfatto della risposta del primo cittadino: “Mi sembra un altro pasticcio messo in campo, non si riesce a capire a cosa servano due perizie. Tanto valeva accettare i 2,5 milioni di euro, così risparmiavamo la prima e anche la seconda perizia, tanto lì si arrivava. Non riesco a capire come tutta la macchina stia andando avanti senza alcun accordo tra le parti: a questo punto chi sta gestendo il teatro? Essendo cadute tutte le convenzioni, siamo in una situazione di completo vuoto. Aspettiamo di vedere quello che ci proporrete più avanti”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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