Solitaria, romantica, a tratti sinistra quando la luce del giorno cala. La torre di Collalto domina le pianure di Pieve di Soligo e Susegana dal lontano XII secolo. Antichi documenti e dipinti di paesaggio testimoniano come un tempo fosse il fulcro di un vivace borgo del cui perimetro non rimangono che poche tracce sepolte sotto la folta vegetazione.


Pesantemente bombardata durante la Grande Guerra, la torre da oltre un secolo versa in stato di decadenza. Dal 2021 su iniziativa della stessa famiglia Collalto Fernè il mastio sta vivendo un periodo di rinascita ed entro l’estate verrà aperto al pubblico, almeno nella parte esterna.
Ieri sera il Comune di Pieve di Soligo ha ospitato al Battistella-Moccia l’incontro mirato proprio a fare il punto sull’opera di restauro e sulla futura destinazione della torre. Presenti le autorità di Pieve e Susegana, il consigliere regionale Alberto Villanova e ben tre generazioni di donne di Collalto: Lavinia Fernè Collalto, Giuliana Collalto e la principessa Trinidad di Collalto.


Il restauro da oltre 400mila euro finanziato dalla famiglia Collalto e in minor parte dall’Istituto Regionale Ville Venete è stato progettato e coordinato dall’architetto feltrino Andrea Bona in chiave filologica.
“Abbiamo rifatto il tetto, i solai e il paramento esterno quindi la prima tranche può dirsi completata – spiega Bona – Un lavoro sfidante che ha riserbato delle sorprese: abbiamo scoperto anche una stanza segreta blindata da tre porte e decorazioni di ottima fattura che sono resistite alle intemperie”.


In estate vorremmo aprire al pubblico con tutte le accortezze (le parti pericolanti verranno transennate) in modo da dare la possibilità ai visitatori di esplorare il giardino – annuncia Lavinia Fernè Collalto -. Vorremmo organizzare visite guidate, renderlo scenario di eventi e concerti e con l’Associazione delle Colline Unesco c’è già in cantiere un’idea per il mese di luglio”.
Completata la prima parte dei lavori ora i Collalto Fernè guardano già alla prossima fase che, ha spiegato l’architetto, consentirà di rendere fruibile anche l’interno della torre. “Per farlo si partirà dalle scale interne, un tempo collocate nel palazzo attiguo. Dovremo trovare un modo non invasivo per renderla accessibile e poi consolidare il pannello murario a nord, completamente slegato dalla torre a strapiombo sul bosco retrostante”.
“Abbiamo già un progetto ma manca l’approvazione della Sovrintendenza – precisa Lavinia Fernè Collalto – Ci stiamo muovendo per ottenerla e speriamo in due o tre anni di poter partire con i lavori”. I fondi? “Vorremmo intercettare un finanziamento pubblico”.
Ad oggi la collaborazione con il pubblico e in particolare con il Comune di Susegana c’è, ma non a livello finanziario. Come spiegato dall’assessore ai Lavori Pubblici Vincenza Scarpa una convenzione nata nel 2021 fra l’amministrazione comunale, la famiglia Collalto e lo Iuav di Venezia ha reso fruibile il borgo a scopo didattico agli studenti della magistrale di architettura attraverso due borse di studio europee.


“La torre di Collalto è un elemento caratteristico del nostro paesaggio che identifica questo luogo e che chi è cresciuto qui è abituato ad ammirarne il fascino fin da bambino. Vederla riemergere in tutta la sua bellezza è un segno forte di risorgimento e di positività in un momento segnato al contrario da tante notizie negative”. Così il sindaco Stefano Soldan nell’introdurre la serata.
“Ho avuto modo di sbirciare i lavori in occasione di mercatini di Natale, e lì ho riflettuto sulla bellezza in cui siamo immersi tutti i giorni, una bellezza che rischiamo di dare per scontata – ha aggiunto Villanova – Viviamo in un territorio che può dare tantissimo e che dobbiamo imparare a valorizzare e a raccontare sempre meglio”.


“Non potrò mai dimenticare l’emozione e la meraviglia che provai quando zio Rambaldo Collalto assieme alla zia Cecilia mi invitarono a visitare il castello per la prima volta – ha ricordato con un velo di emozione la principessa Maria Trinidad di Collalto – Non ero ancora sposata allora, eppure sembra accaduto ieri. È un piacere assistere alla rinascita di questo luogo magico”.
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