Al via il Conclave: come funziona il voto. Alle 19 la prima fumata

ROMA / Città del Vaticano – “Extra Omnes”, letteralmente “fuori tutti”. Con questa formula alle 16.30 di oggi, mercoledì 7 maggio, scatterà il Conclave per l’elezione del 267esimo pontefice della storia della Chiesa cattolica.

Dalla Città del Vaticano l’inviata di Qdpnews.it Beatrice Zabotti

Con la chiusura della porta della Cappella Sistina, i 133 cardinali elettori, provenienti da tutto il mondo, cominceranno in gran segreto le fasi di voto per il successore di Francesco, dopo quindici giorni di Congregazioni generali, riunioni cui tutti i cardinali – elettori e no – hanno avuto modo di conoscersi, confrontarsi e tracciare l’identikit del nuovo pontefice.

Come funzionano le votazioni

Il Papa viene eletto con la maggioranza dei due terzi: in questo conclave sono necessari 89 voti. Ogni scrutinio dei cardinali si compone di due votazioni, la prima entro le 12 (con primo voto alle 10.30) e la seconda entro le 19 (con primo voto alle 17.30). L’esito sarà reso noto con il colore della fumata che uscirà dal comignolo della Cappella Sistina. Se nera, la fumata potrà avvenire solo alla fine dei due scrutini, dunque alle 12 o alle 19. Se bianca, potrà avvenire in qualsiasi fase, cioè anche dopo i primi voti, ossia alle 10.30 o alle 17.30.

Continuano i pellegrinaggi giubilari in via della Conciliazione, a poche ore dal Conclave

Dopo la fumata – considerati i tempi tecnici della vestizione con la talare bianca nella “Sala delle Lacrime” – il cardinale protodiacono Domenique Mamberti, nato in Marocco ma francese della Corsica, si affaccerà dalla loggia della Basilica per pronunciare l’“Habemus Papam” e annunciare al mondo il nome del nuovo pontefice.

Quanto potrebbe durare

Difficile fare previsioni sulla durata del Conclave. Di fronte a questa incertezza, potrebbe essere utile guardare alla media dei giorni, tra i due e i tre, che furono necessari alle elezioni degli ultimi pontefici. Nel 1963, il Conclave scelse Giovanni Battista Montini, papa Paolo VI, in tre giorni (6 scrutini e 4 fumate). Nel 1978 – l’anno dei tre papi – ci furono due conclavi a distanza di poco più di un mese. Il 26 agosto venne eletto Albino Luciani – già vescovo di Vittorio Veneto e patriarca di Venezia – con il nome di Giovanni Paolo I al secondo giorno di votazioni, attestandosi tra i conclavi più brevi del secolo. Il 16 ottobre, alla quarta fumata, Karol Wojtyla si presentò al mondo con il nome di Giovanni Paolo II. Nel 2005 l’elezione di Joseph Ratzinger, che assunse il nome di Benedetto XVI, si tenne in due giorni (4 scrutini e 3 fumate). Furono invece necessarie tre fumate e cinque scrutini per la nomina di Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, nel 2013.

Re: “Il nuovo Papa sappia risvegliare le coscienze”

Questa mattina nella Basilica di San Pietro è stata celebrata la Messa “pro eligendo Romano Pontifice” presieduta dal cardinale decano Giovanni Battista Re, che ha anche officiato i funerali di Francesco, deceduto il giorno di Pasquetta, 21 aprile.

Dalla loggia della Basilica di San Pietro si affaccerà il nuovo pontefice

Nella sua omelia oggi, Re ha ricordato che fra i compiti del nuovo pontefice rientrano l’impegno per la crescita della comunione a ogni livello e la volontà di “mantenere l’unità della Chiesa”: unità che non è dell’uniformità, ma “diversità e piena fedeltà al Vangelo”.

Le parole di Re si sono fatte preghiera quando ha auspicato che il nuovo Papa possa “risvegliare le coscienze di tutti e le energie morali e spirituali nella società odierna, caratterizzata da grande progresso tecnologico, ma che tende a dimenticare Dio: “Il mondo di oggi – ha concluso il decano dei porporati – attende molto dalla Chiesa per la salvaguardia di quei valori fondamentali, umani e spirituali, senza i quali la convivenza umana non sarà migliore né portatrice di bene per le generazioni future”.

Proprio ieri, al termine dell’ultima congregazione generale, i cardinali hanno rivolto un accorato appello per il cessate il fuoco e i negoziati di pace, “costatato con rammarico che non si sono registrati progressi in Ucraina, in Medio Oriente e in tante altre parti del mondo, anzi che si sono intensificati gli attacchi specialmente a danno della popolazione civile”.

Chi sono i papabili e quali gli “elettori” veneti

Con ben quattro cardinali che partecipano al Conclave, il Veneto è la regione italiana più rappresentata. Tra loro anche il porporato al momento dato per favorito tra i papabili, Pietro Parolin, 70 anni, di Schiavon (Vicenza), già segretario di Stato della Santa Sede e numero uno della diplomazia vaticana. Dal Veneto arrivano anche i veronesi Claudio Gugerotti, 69, Mario Zenari, 79, e il 60enne vicentino Fabio Baggio. Fuori dal Conclave per limiti di età l’83enne di Pieve di Soligo Beniamino Stella.

Oltre a Parolin, figurano al momento tra i quotati per la successione a Francesco anche gli italiani Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, e Matteo Maria Zuppi, presidente Cei; il filippino Tagle, il congolese Besungu, il francese Aveline, il maltese Grech, l’ungherese Erdo e l’americano Prevost.

AGGIORNAMENTO DELLE 17: I cardinali sono tutti nella Cappella Sistina, dopo la processione dalla Paolina. Il celebrante Parolin guida il rito di ingresso e la preghiera, interamente in latino. È iniziato il momento del giuramento di ogni porporato.

(Autrice: Beatrice Zabotti)
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