Perché gli adolescenti non parlano coi genitori

Buongiorno e benvenuti, io sono Pierantonio Polloni www.dottorpolloni.it e sono uno psicologo e psicoterapeuta corporeo e questa è psicologia pratica una rubrica che riflette sul proprio benessere personale e la realtà quotidiana. L’argomento di oggi è: “Perché gli adolescenti non parlano coi genitori? ”

Ciao e bentornato sul ciclo Dentro l’Adolescenza. Oggi entriamo in una delle domande più frustranti per tanti genitori: “Perché mio figlio non mi parla più?” Lo vedono chiuso in camera, attaccato al cellulare, scontroso, evasivo… E magari pensano: “Ho sbagliato tutto?” Spoiler: non è colpa di nessuno. Ma qualcosa si può fare.1. Il silenzio come fase evolutiva

Il silenzio come fase evolutiva

Durante l’adolescenza il cervello cambia, il corpo cambia… ma cambia anche l’identità. Il ragazzo o la ragazza iniziano a separarsi dalle figure genitoriali per costruire un senso di sé autonomo. Questo passaggio è naturale e spesso, la distanza è necessaria per capire dove finisce il “noi” e dove inizia l’“io”. Se prima il genitore era il centro, ora l’adolescente guarda fuori, verso il gruppo dei pari, le passioni, i sogni. E questo spostamento può far male, ma è sano.

Quando il genitore diventa ansioso… o invadente

La difficoltà nasce quando i genitori reagiscono a questo silenzio con:

  • Preoccupazione eccessiva
  • Controllo
  • Moralismi
  • O al contrario, disinteresse mascherato da “lascialo fare”

Il messaggio che spesso l’adolescente riceve è: “Mi vogliono diverso, mi vogliono come prima.” E così si chiude ancora di più. Perché non sente più spazio per essere chi è adesso. 

3. La comunicazione indiretta

Attenzione: i ragazzi comunicano sempre solo che lo fanno in modo laterale:

  • Attraverso il corpo (somatizzazioni, abbigliamento, espressioni)
  • Attraverso i comportamenti (silenzio, provocazioni, ritiro)
  • Attraverso le scelte (musica, amicizie, identità)

Il punto non è cosa dicono, ma cosa cercano di comunicare.

Cosa fare per riaprire il dialogo

Ecco alcuni elementi fondamentali:

  • Non forzare: i ragazzi sentono la pressione come un’aggressione
  • Stai presente, anche in silenzio: la tua disponibilità deve essere continua, ma discreta
  • Evita i giudizi e le diagnosi da divano
    (“Sei sempre così…” “Hai qualcosa che non va…”)
  • Apriti tu per primo: racconta qualcosa di te, delle tue emozioni. Il dialogo si riapre da lì
  • Sii autentico: un adolescente fiuta l’incoerenza in mezzo secondo

Ricorda: l’adolescente non smette di voler bene ai genitori, ha solo bisogno di capire come essere se stesso senza perdervi. Se resti lì, disponibile, coerente… anche se ora ti esclude, domani tornerà a cercarti e quel giorno, saprà che può fidarsi. Nel prossimo video entreremo ancora più a fondo in una questione delicata: i disturbi psicosomatici in adolescenza. Quando il corpo grida quello che le parole non dicono. Iscriviti al canale per non perdertelo. E come sempre, continuiamo a guardarci dentro.

(Autore: Dottor Pierantonio Polloni psicologo corporeo)
(Foto e video: Dottor Pierantonio Polloni psicologo corporeo)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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