La vocazione militare dell’area ha radici antiche, come quelle degli alberi secolari che, con il legno pregiato del bosco del Montello, rifornivano l’Arsenale della Serenissima. Per Venezia, quindi, era naturale considerare questi luoghi come strategici.
Qualche secolo dopo, in piena Guerra Fredda, nel bel mezzo di un Montello ormai “privatizzato” – per effetto di una legge del senatore montebellunese Pietro Bertolini, che concesse terreni e porzioni di bosco ai “bisnenti”, ovvero ai “due volte niente”, coloro che non avevano nulla – arrivarono gli espropri per far sorgere la Polveriera di Volpago del Montello, pensata in funzione anti sovietica dagli Alleati della Nato come zone di “munizionamento” per la terza linea di difesa sul Piave, in caso di possibile invasione da est.
Erano gli anni ’60 del secolo scorso e, di nuovo, il Montello diventava strategico da un punto di vista militare. Un luogo che, negli anni, ha ospitato fino a 120 soldati e, verosimilmente, anche alcuni missili. Fino al 2018 quando, ormai esaurita la sua funzione, venne liberata dal Ministero della Difesa e venduta al Comune, che ora si ritrova con un impegnativo “gioiello” di proprietà pubblica da valorizzare. Con a disposizione un “polmone verde” di circa 100 ettari, che al suo interno conta almeno 70 fabbricati e 8 chilometri di strade.


“Nell’immediato, a parte la manutenzione ordinaria, urge rimuovere l’amianto dai tetti degli edifici presenti – spiega il sindaco di Volpago, Paolo Guizzo – Fatto questo, si potrebbe già pensare di aprire una parte dell’area al pubblico“.
Ma i progetti, in attesa di importanti finanziamenti per realizzarli e di una eventuale partnership pubblico-privato ancora di là da venire, sono decisamente più ambiziosi e guardano a un possibile futuro turistico per l’ormai ex polveriera.


“Le potenzialità sono enormi, soprattutto dal punto di vista turistico – sottolinea il primo cittadino – Abbiamo praticamente a disposizione un villaggio, immerso nel verde e dove si possono godere fresco e silenzio. Noi, dopo l’acquisizione completata nel 2018, ci siamo mossi da subito con una presentazione partecipata a tutta la popolazione di Volpago e anche tutti coloro che, in qualche maniera, erano coinvolti o avevano interessi su quest’area”.










Visite, sopralluoghi e molto altro, sotto la supervisione del professor Baccichet. Un lavoro di informazione e condivisione con la cittadinanza che, sostanzialmente, ha confermato l’orientamento dell’Amministrazione comunale: “Ovvero la volontà di mantenere pubblica quest’area, di lasciare questo ‘polmone verde’ fruibile da tutti, pensando di valorizzare poi tutti questi edifici che, proprio per la caratteristica della polveriera, sono sparsi fra loro – conferma il sindaco Guizzo – Si tratta di piccoli edifici su quali si può intervenire singolarmente, pensando di dar loro delle destinazioni che siano consone alla zona”.


E si torna dunque al possibile sviluppo turistico dell’area. “Sappiamo bene infatti che il Montello ha una carenza di camere, con un’offerta ricettiva abbastanza ridotta – prosegue il primo cittadino – Poi, a contorno, vanno naturalmente pensate anche altre attività, in primis mi vengono in mente anche quelle legate all’agricoltura, proprio per il mantenimento di quest’area che, viste le dimensioni, non è così semplice”.
Ma prima di tutto, come si diceva, c’è il problema dell’eternit da bonificare. “Anzitutto voglio sottolineare come, da parte nostra, sia stato fatto un grande lavoro sulla polveriera, che parte dalla progettazione – precisa Guizzo – Sono stati sviluppati non uno, ma ben tre progetti europei, che implicavano finanziamenti dell’ordine di 5 milioni di euro. Con l’ultimo, addirittura, abbiamo avuto un ‘sigillo di eccellenza’, qualcosa che neanche la Regione Veneto sapeva bene cosa fosse, ma che poi ci hanno spiegato veniva dato ai progetti di alta valenza”.


Purtroppo però il contributo, anche viste le cifre così elevate, è sfuggito. “Venendo al discorso dell’amianto, che ora è il vero nodo dell’ex polveriera, ci siamo mossi circa cinque mesi fa – prosegue il sindaco – L’eternit è purtroppo presente sulla quasi totalità dei fabbricati, solo 4 o 5 di questi hanno infatti copertura in laterizio. Quindi per noi adesso è fondamentale eliminare l’amianto in copertura, proprio per poter poi pensare a uno sviluppo futuro dell’area. Ma, più nell’immediato, anche per arrivare ad aprire al pubblico: perché la mia idea sarebbe, non appena eliminato l’amianto e bonificato il sito, aprire l’ex polveriera alle visite dei cittadini“.


E vuoi che, in un contesto così “selvatico”, a furia di sopralluoghi, non finisse anche qualche sassolino nelle scarpe del sindaco? “Un ultimo inciso, visto che ultimamente siamo stati agli ‘onori’ della cronaca per ipotetici furti o altro all’interno di quest’area – puntualizza Guizzo Qualcuno ha persino detto che il Comune di disinteressa o peggio. Ecco voglio ribadire che questa è una zona presidiata dalla Protezione civile comunale e dalla Polizia provinciale settimanalmente, più volte a settimana anzi, e che viene manutentata continuamente. Abbiamo 8 chilometri di strade all’interno, quindi interveniamo con lavori di manutenzione, pulizia e quant’altro, quindi siamo presenti costantemente. C’è da dire di più: con Veneto Agricoltura in questo periodo, ma anche negli anni scorsi, sono già stati avviati degli interventi che prevedono l’eliminazione dell’acacia, con la ripiantumazione (su alcune parti sperimentalmente in questa prima fase) di essenze autoctone per tornare a quello che era il bosco originario. Quindi viene portato avanti un lavoro costante”.


“E devo appunto smentire anche la questione legata a presunti furti. Ce n’era stato uno 4 anni fa, dove i ladri sono stati colti in flagranza di reato proprio perché Protezione civile e Polizia provinciale stavano effettuando un sopralluogo. I malviventi erano stati subito bloccati e portati in caserma dai Carabinieri. In quell’occasione erano stati rubati 30 metri di cavo di rame sfilato a terra, ma ripeto, quello è stato l’unico episodio di furto che ci sia stato all’interno della caserma. Tutto il resto sono solo fandonie”.
(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto e video: Simone Masetto)
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