Rinasce il campetto: all’inaugurazione passato e futuro della pallacanestro

C’è chi l’ha vissuto da ragazzo, chi l’ha sistemato da volontario, chi ci ha fatto tornei estivi e chi lo guarda oggi con orgoglio, vedendo una nuova generazione pronta a raccoglierne l’eredità. Il campetto da basket storico di Cornuda è tornato: rinnovato, colorato, funzionale, ma sempre fedele all’ideale di sport e condivisione che ha accompagnato intere generazioni. E la cerimonia di inaugurazione si è trasformata in una vera e propria festa collettiva.

Il terreno di gioco di via della Pace ha rappresentato per molti cornudesi un punto di ritrovo, di gioco, di amicizie e di competizioni, ed ha contribuito, negli anni, a formare e educare giovani appassionati. A seguito di quest’ultimo intervento lo spazio è ancora più bello e accogliente, pronto ad ospitare nuove sfide e nuovi sogni. 

Una scelta precisa, quella dell’amministrazione comunale, che ha deciso di recuperare uno spazio pubblico storico, mantenendone lo spirito originario ma proiettandolo verso il futuro. Un investimento da circa 40.000 euro, finanziato in parte con fondi propri e in parte da uno sponsor privato.

“Non si tratta solo di sport – ha dichiarato il sindaco Alessandro Gallina – ma di comunità, di aggregazione, di identità. Questo campetto è memoria viva. Ci sono passato anch’io da ragazzo. E ora, vederlo rinnovato e pieno di giovani è una delle soddisfazioni più grandi da primo cittadino. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto: gli uffici comunali, i tecnici, lo sponsor, le associazioni e, naturalmente, chi ci ha creduto fin dall’inizio”.

“Ci sono scelte che si fanno per ragioni amministrative, e poi ci sono quelle che si fanno con il cuore – ha esordito Claudio Sartor, consigliere provinciale ed ex sindaco. – Io qui ho visto nascere la passione per il basket in tanti ragazzi, anche in me stesso. Negli anni ’80 i tornei estivi erano l’anima del paese. Alcuni di quei ragazzi oggi hanno 60 anni. E ancora ricordano le sfide, le urla, la voglia di vincere. Questo campo è un’icona non solo per Cornuda, ma per tutta l’area”.

Durante la cerimonia, il palco si è riempito di volti noti del basket trevigiano. Tra loro, Paolo Pressacco, ex playmaker della Benetton dei tempi d’oro: “Un campo all’aperto è libertà. Qui ci si sceglie i compagni, si interpretano le regole, si cresce più in fretta. È bello vedere che da questo campo siano passati anche talenti come Nicolò Cazzolato”.

E proprio Cazzolato, con emozione, ha ricordato i suoi inizi: “Abitavo a 300 metri da qui. Facevo doppio turno: venivo, tornavo a casa a mangiare, e poi di nuovo al campo. È un posto che non si può neanche quantificare quanto significhi. Vederlo così bello, moderno e pronto a ospitare nuovi tornei è un sogno che si realizza”.

Presente anche Marcelo Nicola, ex Benetton e già allenatore del Treviso Basket: “Complimenti al sindaco e a chi ha reso possibile tutto questo. Giocare in un playground è molto più che fare sport: è crescere insieme, è evitare di finire in giro per strada. È un scelta in primo luogo educativa”.

A concludere gli interventi degli ospiti Stefano Bottari, uno dei quattro “cavalieri bianchi” che parteciparono all’operazione di nascita di Treviso Basket nel 2012, visibilmente colpito dall’iniziativa: “È una cosa che ci apre davvero il cuore. In un momento in cui ci chiediamo come sviluppare il settore giovanile, la mancanza di campi è un problema enorme. E invece qui c’è una struttura meravigliosa, condivisa dalla comunità. Chissà che proprio da questo campo non esca un ragazzo talmente forte da entrare un giorno nella nostra organizzazione e capitanare la squadra”.

La giornata è stata anche l’occasione per celebrare i risultati delle squadre giovanili locali. L’assessore allo sport Erika Condio, chiamata sul palco dal presentatore, ha sottolineato: “L’importante è partecipare, ma vincere dà ancora più orgoglio. Quest’anno abbiamo una squadra Under 17 prima classificata e un’altra terza. Un risultato doppio, come doppio è il nostro entusiasmo”.

Tra i protagonisti dell’iniziativa Stefano Palermo, presidente dell’Alfiere Basket e mente del progetto Basket Lab: “Questo campo io l’ho distrutto da piccolo – ha detto con emozione – sono uno di quei famosi sessantenni che veniva qui a sistemarlo. Qui ci ho condiviso passioni, amicizie, tornei. Quando abbiamo creato da zero un’organizzazione comunale per sistemarlo, abbiamo dato un segnale: continuare un lavoro iniziato tanto tempo fa”. 
Non solo passione: anche inclusione. Palermo ha poi sottolineato l’impegno di alcuni giovani cestisti che collaborano con il gruppo Oltre, aiutando ragazzi con disabilità a praticare il basket: “Ancora più orgogliosi di loro, perché oltre al talento, mettono in campo valori umani”.

A chiudere la giornata, tra applausi e sorrisi, è stata la partita inaugurale. A scendere in campo per primi sono stati i Wild Pigs, storica squadra amatoriale, con un ospite d’eccezione a dare il via simbolico alla sfida: Marcelo Nicola, che ha concesso la palla a due iniziale. Un gesto semplice ma carico di significato, perfetto epilogo di una festa che ha saputo unire generazioni diverse nel segno dello sport.

(Autore: Francesco Bruni)
(Foto: Qdpnews.it)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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