L’ Arcipretale di Mel mette al centro Maria

In provincia di Belluno e in comune di Borgo Valbelluna, Mel fa parte della diocesi di Vittorio Veneto.  Il paese si estende sulla riva sinistra del fiume Piave e spicca per la sua dolce posizione collinare.

La necropoli dei Veneti antichi e i palazzi nobiliari che si affacciano lungo le vie e rendono particolarmente signorile la piazza, parlano di una storia molto significativa. Tra gli eleganti edifici di antico respiro, su progetto dell’architetto Filippo Rossi, la chiesa Arcipretale di Santa Maria Annunziata, maestosa con il suo inconfondibile stile neoclassico ed elevata da una scalinata in pietra di Castellavazzo, si erge sulla piazza che con i suoi palazzi riporta inevitabilmente al glorioso tempo della Serenissima.

La chiesa fu costruita tra il 1756 e il 1768 a seguito della distruzione della precedente chiesa, per un’accidentale caduta di un fulmine, il 17 aprile del 1756. Curiosamente la chiesa non è dotata di campanile. Il progetto di realizzazione, presentato dall’architetto Domenico Rupolo, prevedeva la realizzazione di un bel campanile slanciato, ma non venne mai realizzato a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale che fermò ogni lavoro di costruzione.

Le pregevoli opere contenute nel suo interno aiutano chi oltrepassa il portone ad avvicinarsi in preghiera alla Madonna. L’altare in marmo di Giovanni Marchiori, con le statue di Maria e dell’Arcangelo Gabriele, sostiene con forza ed eleganza raffinata il tema dell’Annunciazione che dialoga in una narrazione evangelica con il dipinto su tela sopra il portale d’ingresso, dove Lino Dinetto ha raffigurato La natività

Alzando lo sguardo si viene lanciati in cielo, tra le nuvole e i santi per L’incoronazione della Vergine, maestoso affresco di Giovanni De Min, che ha voluto soffermarsi anche sul catino dell’abside con i temi della Fuga in Egitto e della Crocifissione.

La Sacra famiglia, colta in un momento di quotidianità nella bottega di San Giuseppe, è il motivo scelto dall’artista locale Luigi Cima per il terzo altare di destra. Un quadretto di famiglia, ma ai piedi del piccolo Gesù due pezzi di legno sono preludio della sua crocifissione. Ci si soffermi quindi sul pregevole ed espressivo crocifisso ligneo, alla base del presbiterio, proveniente dall’antica chiesa di San Pietro.

Di fronte, sulla navata opposta, nell’opera cinquecentesca di Giovanni da Melo, la Madonna si pone di fronte a noi in trono, elegante, con il Bambino in braccio, dono per la salvezza dell’umanità, e non nasconde invece il suo umano, straziante dolore di madre sotto alla croce, nel dipinto La Crocifissione, in presbiterio, di Giovanni De Min. Cristo in croce per amore verso l’uomo schiavo del peccato, rimanda al tema della salvezza del popolo ebraico dalla schiavitù attraverso il Passaggio del Mar Rosso, sempre per mano del De Min.

Dalla non più esistente chiesa di Sant’Andrea, giunge un dipinto posto dietro l’altare maggiore che rappresenta i Santi Andrea, Rocco e Sebastiano; l’opera, della metà del Cinquecento, è attribuita a Girolamo Denti, collaboratore assai vicino al Tiziano.

La devozione verso Maria si completa negli altari laterali attraverso l’arte di Francesco Frigimelica che rappresenta La Madonna del Carmine, e per mezzo della coeva Madonna del Rosario con San Domenico, attribuita a Fabrizio Vecellio.

Ancora uno sguardo alla bellezza che porta alla spiritualità e alla preghiera. Un percorso di lettura dell’Antico Testamento ad opera dell’artista Bettio e in alto verso la volta, ai profeti e agli evangelisti, a chi ha anticipato e a chi ha narrato il grande mistero, per innalzare il nostro ultimo pensiero a Maria, Madre di ogni uomo.

(Autore: Paola Brunello)
(Foto: Qdpnews.it)
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