Abbiamo ancora negli occhi le immagini della terribile strage di giovani studenti avvenuta a Graz, in Austria: lo sgomento, l’incredulità, l’infinito dolore per la morte di dieci adolescenti nelle aule di scuola, per la mano violenta di un ex allievo dello stesso istituto.
Ancora armi assassine, stavolta nella tranquillità di una cittadina nel cuore dell’Europa che mai aveva conosciuto fatti così tragici, in un tempo in cui le pesanti conflittualità a livello internazionale già rappresentano motivo di drammatica inquietudine e preoccupazione.
Ancora una volta, però, in risposta a un evento così devastante per l’esistenza e le coscienze delle persone, non è mancato il senso di umanità, non è venuto meno lo spirito di solidarietà, non si sono fatti attendere gli aiuti immediati per cercare di lenire le inaudite sofferenze di quei momenti.
Infatti, tornano alla mente le riprese televisive e le istantanee dei giornali che ci mostravano le file dei soccorritori, anche distesi sui lettini d’ospedale, arrivati subito per poter donare il sangue, molto prezioso nelle fasi immediatamente successive al ricovero dei feriti per i primi interventi d’emergenza.
Una lunga catena di altruismo e di prossimità, fatta di uomini e donne che con lucidità e coraggio hanno capito subito le necessità del momento, non si sono fatti intimorire dalle difficoltà e hanno subito offerto nei fatti, non a parole, il meglio di se stessi per poter essere utili nelle necessità di vite a rischio di sopravvivenza.
Tutto questo ci è sembrato significativo e iconico della Giornata mondiale del Donatore di Sangue, celebrata ogni anno il 14 giugno per ricordare il giorno della nascita di Karl Landsteiner, scopritore dei gruppi sanguigni e co-scopritore del fattore Rh. Come evidenzia il sito web ufficiale dell’Avis, da oltre novant’anni proprio AVIS è sinonimo di donazione, volontariato, solidarietà e cittadinanza attiva.
AVIS vuol dire Associazione Volontari Italiani del Sangue: oggi è la più grande organizzazione di volontariato del sangue italiana che, grazie ai suoi associati, riesce a garantire circa il 70 per cento del fabbisogno nazionale.
Essa è presente sul territorio con 1 milione e 300mila soci, diffusi in 3.300 sedi. Proprio nell’occasione del 14 giugno l’AVIS ha scelto lo slogan “Dona il sangue, dona il plasma. Insieme salviamo vite”, che riprende lo stesso tema lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
L’obiettivo dell’OMS è sottolineare l’impatto che i donatori di sangue hanno sulle persone bisognose. In particolare, viene sensibilizzata l’opinione pubblica sul bisogno di donazioni di sangue e plasma e sull’impatto che hanno sulla vita dei pazienti. Inoltre, i donatori nuovi e quelli periodici sono incoraggiati a conferire regolarmente il sangue, contribuendo a garantire una fornitura stabile e sufficiente.
Ancora, è considerato importante l’impatto positivo degli stessi donatori sulla salute e sul benessere dei cittadini, promuovendo i valori di solidarietà, compassione e comunità attraverso la donazione di sangue. Infine, l’opera è finalizzata anche a mobilitare il sostegno dei governi e dei partner per lo sviluppo, al fine di investire e sostenere i programmi nazionali per raggiungere l’accesso universale alla trasfusione di sangue sicuro in tutto il mondo.
E tutto questo è volto anche nella direzione della “tradizione”, ossia della “consegna” alle giovani generazioni di questo messaggio e impegno importante di solidarietà. In Veneto, poi, la Giornata mondiale del donatore di sangue si è celebrata anche con l’iniziativa “M’illumino del Dono”.
Giunta alla terza edizione, l’attività dell’Avis regionale – ora guidata dal nuovo presidente Luca Marcon – ha proposto a tutte le proprie realtà comunali e provinciali del Veneto di illuminare di rosso un luogo simbolico della propria città.
Lanciata per la prima volta nel 2022, per segnare il “ritorno alla vita” dopo la pandemia e sensibilizzare i cittadini sull’importanza del dono di sangue e plasma, essa vede un numero crescente e costante di adesioni in tutta la regione. Si comprende dunque che cosa voglia dire la presenza di questo straordinario volontariato all’interno del sistema sanitario nazionale, animato dall’esclusiva volontà e disponibilità a concorrere per un contributo di fondamentale rilevo per la vita di tutti e di ciascuno.
Avis vuol dire un’organizzazione coerente, costante e diffusa, che promuove un autentico e concreto dono di sé da parte delle persone, sensibili alle istanze della solidarietà e di una umanità che ritrova le ragioni del reciproco aiuto e del bene comune.
Per gli avisini non valgono dubbi o incertezze: valgono la donazione pronta, altruista e generosa, il prendersi cura, il vivere con attenzione e con dedizione, il farsi carico delle istanze dei singoli e delle comunità.
Si tratta dell’ennesima, convincente, fattiva risposta del bene – stabile, collettiva, associata – alle fatiche e alle fragilità dell’umanità: un’espressione alta di vita buona, un esempio di cura delle relazioni che traduce in fatti reali, quotidiani e convincenti la visione di un nuovo umanesimo per la stagione “magnifica e drammatica” del nostro tempo.
(Autore: redazione Qdpnews.it)
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