Giuseppe Cruciani ospite al Festival Cultura Liberata: “In pandemia grandi violazioni delle libertà”

Giuseppe Cruciani

Irriverente e a volte dal pensiero scomodo: queste sono le caratteristiche per cui nel tempo si è fatto conoscere Giuseppe Cruciani, giornalista e conduttore radiofonico, in coppia con David Parenzo, del programma “La Zanzara”, trasmesso su Radio 24 dal lunedì al venerdì.

Intervista a Giuseppe Cruciani

Una figura, quella di Giuseppe Cruciani, che ieri è stata attesa tra gli ospiti di punta della terza edizione del Festival Cultura Liberata, una tre giorni organizzata a Conegliano dall’associazione Nova Vita, presieduta da Alberto Gava.

Pienone di pubblico, che ha seguito il dialogo tra Cruciani e Federico Brion, su temi quali il “politicamente corretto”, i leoni da tastiera, i femminicidi, la libertà di opinione, la prostituzione, l’intelligenza artificiale.

“Personalmente non leggo i commenti sui social che mi riguardano – è la battuta iniziale di Cruciani, in fatto di leoni da tastiera -. Potrei dire che amo essere odiato: magari ne leggo dieci di questi commenti, ma poi non li leggo più. Le opinioni forti suscitano delle reazioni: personalmente non amo essere catalogato, non lo sopporto. C’è chi invece alimenta cause legali sui commenti che li riguardano: liberiamo la Polizia postale da queste faccende, lo Stato non può occuparsi delle nostre fisime”.

Un tema che si collega a quelli della libertà di opinione e del politicamente corretto: “Mi piace vivere in una società dove non si mettono al margine le opinioni non politicamente corrette – ha aggiunto -. Negli ultimi vent’anni, invece, su questo aspetto la sinistra italiana, europea e mondiale è diventata una caserma”.

Cruciani si è poi spiegato meglio, chiarendo anche il suo pensiero su tematiche quali il patriarcato e la violenza di genere: “Il 99% delle coppie in Italia vive in modo normale e, invece, gli uomini sono stati fatti passare tutti per dei prevaricatori – ha affermato -. Dobbiamo tenere conto che la responsabilità è individuale: il reato è una cosa che riguarda chi lo commette e automaticamente non bisogna pensare che gli uomini siano tutti così“.

“Quello che intendo dire è che io sono contrario a una forma di allarmismo diffusa da certi gruppi femministi: si battono per il nome del reato, ‘femminicidio’, ma non per il fatto che ci dovrebbero essere pene più lunghe per chi commette questi reati. Le pene sono troppo brevi – ha chiarito -. Oggi l’uso delle parole è diventato strumentale“.

Trovo che ci sia paura a esprimersi liberamente: si dice che tutti possono farlo, ma dipende dal posto sociale che ricopri – ha aggiunto, spiegando poi il suo rapporto con la società -. Nonostante io sia dipinto come un cattivo, credo nel potere del perdono e parlare in un luogo pubblico di certe tematiche è accettare la società in cui sei: l’accusa secondo cui io spianerei la strada ai cattivi la trovo ridicola”.

Cruciani ha poi ricordato il periodo della pandemia, riferito al tema della libertà: “La scelta di vietare nasconde più pericoli e trovo che la sinistra imponga molti divieti, nel nome dei diritti – ha affermato -. Il periodo del Covid è stato l’unico momento in cui le nostre libertà sono state calpestate, in nome della patria e della scienza. Cose che sono state promosse dagli stessi che oggi parlano del presunto fascismo del Governo Meloni. Durante la pandemia ci sono state delle grandi violazioni delle libertà individuali, messe in atto dagli stessi che ora pensano di venire a farci una lezione di democrazia”.

Sulla sua fama, Cruciani ha voluto poi mettere dei punti, per spiegare il suo approccio con il pubblico e, più in generale, con la società odierna.

“Posso dire che mi è capitato di chiedere ‘scusa’ a persone con cui mi ero accorto di aver esagerato – ha dichiarato -. Non credo di essere un intellettuale: sono molto curioso delle persone, avrei fatto volentieri lo psicologo nella vita. A me piacciono le situazioni surreali. Entrare in politica? Non fa per me, perché se sei un politico hai meno libertà”.

Allo stesso modo, Cruciani ha raccontato il profilo del suo programma radiofonico. “È uno dei pochi programmi dove i conduttori si insultano tra loro e vengono insultati dagli ascoltatori: è un format che ci è venuto naturale. ‘La Zanzara’ non ha chiuso esclusivamente perché ha avuto successo – ha spiegato -. Rifiuto la purezza della comunicazione, ma il fatto che si dica che io guadagno sulla rabbia, è un’accusa ridicola: per me è puro folklore. Non si può più nemmeno dire che io faccia radio: il mio programma è un’altra cosa, c’è sia audio e video e non ha bisogno di andare nella tv generalista”.

“Il mio rapporto con David Parenzo? Ci sono stati dei litigi molto forti, dove ha minacciato di lasciare il programma, ma poi c’è sempre stata una riconciliazione e tra noi vige una stima reciproca. Riconoscere una certa stima alle persone con cui lavori è importante, altrimenti non puoi andare avanti” ha aggiunto.

Sulla questione della prostituzione, Cruciani ha messo in luce quanto, a suo dire, il tema sia molto controverso e presenti numerose contraddizioni: “Il tema della prostituzione nessuno vuole davvero risolverlo – ha affermato, lanciando delle provocazioni -. Il ritorno dei bordelli in Italia non è così folle, se pensiamo al turismo sessuale che arricchisce altri Paesi e al fatto che in internet, ormai, si trova qualsiasi cosa. Esistono degli agenti per varie professioni, perché non dovrebbero esserci anche per le prostitute?”.

Anche su un futuro all’insegna dell’intelligenza artificiale, Cruciani ha mostrato di avere le idee chiare: “Nulla può sostituire il lavoro dell’artigianato della parola e non potrebbe esistere, ad esempio, un programma radiofonico fondato solo sull’intelligenza artificiale” ha concluso.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto e video: Arianna Ceschin)
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