L’Opera Eclissi di Federico Lucchetta incanta Villa Brandolini: un’esperienza immersiva tra arte, musica e meditazione

L’Opera Eclissi di Federico Lucchetta incanta Villa Brandolini: un’esperienza immersiva tra arte, musica e meditazione

Arte, paesaggio, musica e riflessione filosofica, con il sentito omaggio al compositore don Mansueto Viezzer, nel centenario della sua nascita.

Un’esperienza immersiva di successo tra natura e umano quella della serata di sabato 19 luglio nel parco di Villa Brandolini a Solighetto per l’Opera Eclissi, installazione ambientale e performance dell’artista Federico Lucchetta, sulle note della Piccola Orchestra Veneta.

L’Opera Eclissi

Noto per il suo linguaggio espressivo capace di coniugare spiritualità, iconografia cristiana e contemporaneità, l’artista Lucchetta (1984) con questo suo ultimo capolavoro ha trasformato il paesaggio in un luogo dove la maestosità della natura si fonde con la spiritualità e la riflessione filosofica.

Il commento dell’artista Federico Lucchetta

“Opera Eclissi” è nata nei boschi di Follina, luogo carico di spiritualità e suggestione. Qui l’artista Federico Lucchetta ha costruito un dialogo profondo con il paesaggio, osservandone la luce, la morfologia, la presenza viva degli alberi. L’installazione nel giardino di Villa Brandolini, pur in uno spazio più ordinato e urbano, mantiene intatto questo spirito.

In un contesto che rievoca quello di un ambiente bucolico e incontaminato, l’opera si sviluppa come una meditazione profonda sui “sette vizi capitali”, mettendo in dialogo il concetto, di tradizione millenaria, con la realtà naturale. Il parco è diventato non solo un luogo di contemplazione, ma anche di confronto tra luce e ombra, peccato e redenzione, caducità terrena e ricerca del trascendente.

Dal punto di vista artistico, sono due gli elementi da considerare: da un lato, la rappresentazione iconica dei vizi capitali, dall’altro la luce che irradia la scena con energia.

Attorno a ciascuno degli alberi individuati – sette, come il numero dei vizi – è stata tracciata una circonferenza di due metri di diametro, dentro le quali è stata versata una quantità di polvere di pigmento naturale di colori scelti appositamente nel segno di un richiamo all’identità emotiva e spirituale di ciascun vizio: viola per la superbia, giallo per l’avarizia, verde per l’invidia, blu per la gola, rosso per la lussuria, azzurro per l’ira, arancione per l’accidia.

Ha suscitato stupore e ammirazione l’accensione della tavola lignea, cuore del progetto, con la scritta “Cave Cave Dominus Videt” (“Attenti, attenti, Dio vede”), visibile con la luce fredda dei neon, in una superficie di foglia d’oro.

“Cave Cave Dominus Videt” significa “Attenti, attenti, Dio vede”

“I sette vizi capitali – ha spiegato l’artista Lucchetta – fanno parte di un lavoro che si protrae da anni, con l’idea di dover rappresentare in qualche modo il pensiero che ognuno ha nel suo intimo tramite un linguaggio assoluto, quello dell’arte, che è un linguaggio dell’uomo per l’uomo. Il fatto di essere artista dovrebbe aiutare ad aprire le porte al pubblico. L’intervento in Villa Brandolini ha voluto essere per me una rilettura da poter dedicare al mio paese e a tutti coloro che hanno unito in questa serata il campo dell’arte a quello della musica in un’unica esperienza di riflessione per tutti”.

Gli interventi

Un trittico interpretativo ha accompagnato la serata, introdotta dal filosofo Enrico Nadai, il quale ha ripercorso alcune interpretazioni storiche e filosofiche dei sette vizi capitali e ha riflettuto su come questi siano ancora profondamente attuali, soprattutto se messi in dialogo con il mondo dei social network.

Roberto Masiero, Enrico Nadai, Danilo Riponti e l’artista Federico Lucchetta

“L’opera presentata – ha detto Nadai – parla a ognuno di noi attraverso questo tema. L’arte contemporanea, nel suo ruolo più autentico, ci invita ad interrogarci su chi siamo, come ci comportiamo, quali valori guidano le nostre scelte, e a cosa rivolgiamo il nostro cuore”.

L’intervento di Enrico Nadai

L’avvocato Danilo Riponti, giurista e storico, nonché coordinatore del comitato per il centenario di Viezzer, ha illustrato l’opera inedita del compositore solighese dedicata proprio ai sette vizi capitali.

Il commento dell’avvocato Danilo Riponti

“Don Mansueto aveva una personalità inclassificabile, difficile da comprendere con i canoni conservativi – ha spiegato – La sua è stata una figura straordinaria di cultura e musica, profondamente articolata. Ha unito il suo essere sacerdote, semplice e umano, a fianco agli ultimi con solidarietà generosa, alla grandezza oracolare delle sue opere. Egli costituiva un intreccio unico tra fede, musica e vita”.

Il professor Roberto Masiero, storico dell’architettura e presidente dell’Osservatorio per il Paesaggio delle Colline dell’Alta Marca, ha offerto lettura laica e paesaggistica dei sette vizi capitali e del dialogo tra arte e territorio, riprendendo l’opera Faust del poeta Goethe.

Il commento del professor Roberto Masiero

“Il disagio profondo nel rapporto tra uomo e natura ha segnato l’arte, che si è sentita in dovere di risarcire la natura, privata della sua essenza – ha precisato -. Federico in quest’opera ha messo da parte i pennelli e ha abbracciato gli alberi con i colori e la ricerca del sacro”.

Il commento dell’assessore Eleonora Sech

La serata era stata aperta dal saluto dell’assessore alla cultura della Città di Pieve di Soligo Eleonora Sech la quale ha sottolineato il valore dell’iniziativa, che unisce la memoria di un compositore indimenticato come don Viezzer con la promozione del paesaggio e del patrimonio storico e artistico del territorio.

La meditazione musicale

L’installazione replicata in Villa Brandolini è stata accompagnata dal concerto della Piccola Orchestra Veneta, diretta dal Maestro concertatore Giancarlo Nadai, con un programma musicale che ha spaziato da Händel a Vivaldi, da Fiocco a Heinichen, fino alla musica originale di don Mansueto Viezzer. Solisti della serata il soprano Iara Ferrari, il violinista Leonardo Mariotto e il flautista Lorenzo Stevanato.

Il commento del maestro Giancarlo Nadai

“Come Piccola Orchestra Veneta – ha commentato il maestro Nadai – siamo felici di collaborare all’Opera Eclissi, che ci ha visti impegnati in questo ultimo anno. Un’impresa importante e significativa per la nostra realtà e per il pubblico dell’Alta Marca che ci segue con affetto e stima”.

La Piccola Orchestra Veneta con le sue note incanta Villa Brandolini

(Autrice: Beatrice Zabotti)
(Foto e video: Qdpnews.it)
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