Finta bomba a mano nella sede ANPI: indagini in corso

Un finto ordigno, simile a una bomba a mano, è stato ritrovato nelle scorse ore davanti alla sede dell’ANPI di Treviso. L’episodio, attualmente al vaglio della Digos, è stato subito classificato come un gesto intimidatorio dai rappresentanti dell’associazione e da numerosi esponenti politici.

“Ieri abbiamo trovato una finta bomba a mano appesa alla cassetta della posta dell’ANPI, nella sede delle associazioni di via Isonzo a Treviso – spiega in un comunicato la sezione provinciale dell’ANPI –. Una finta bomba a mano di plastica. Sono gesti da non sottovalutare, che maturano nel clima pesante che si respira nel Paese, dove chi governa sfugge con pretesti meschini al dovere di condannare apertamente il fascismo e il carico di violenza e morte che ha rappresentato. Abbiamo doverosamente segnalato l’accaduto alle forze dell’ordine. Forse si tratta dell’atto idiota di qualche ragazzotto, ma avviene perché esiste un clima favorevole, alimentato da molte forze di governo. Questi episodi, se non contrastati con decisione, possono sfociare in fatti più gravi”.

Sull’episodio è intervenuta anche la deputata del Partito Democratico Rachele Scarpa, che ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per chiedere chiarezza sui fatti e l’accertamento delle responsabilità.

“Il ritrovamento di una finta bomba a mano presso la sede dell’ANPI di Treviso è un gesto inquietante, che non può e non deve essere minimizzato – ha dichiarato Scarpa –. Si tratta di un atto intimidatorio che prende di mira un presidio della memoria democratica e antifascista del nostro Paese. Attaccare l’ANPI significa attaccare i valori della Resistenza, la nostra storia repubblicana, la Costituzione stessa”.

Scarpa ha inoltre espresso forte preoccupazione per il clima che si respira a livello nazionale, citando anche la recente profanazione della lapide in memoria di Giacomo Matteotti.

“In un contesto in cui si moltiplicano segnali preoccupanti – ha aggiunto – colpisce il silenzio o la timidezza con cui il governo evita di condannare con fermezza l’ideologia fascista. È un vuoto che rischia di legittimare questi gesti e chi li compie. L’antifascismo non è un’opinione: è la base su cui si fonda la nostra convivenza civile. E va difeso ogni giorno, con le parole e con i fatti. A Treviso, come in tutta Italia”.

Le indagini da parte della Polizia di Stato proseguono per individuare i responsabili e chiarire la dinamica dell’accaduto.

(Autore: Simone Masetto)
(Foto: Qdpnews.it)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata

Related Posts