Cent’anni della Sezione Cai: una mostra celebra una storia ancora in corso

Una foto dei primi soci del Cai Vittorio Veneto

Ci sarà tempo fino al prossimo 7 settembre per immergersi nella storia della Sezione Cai di Vittorio Veneto, realtà impegnata nella promozione della passione per la montagna, che quest’anno compie 100 anni: le sale di Palazzo Todesco, nella storica piazza Flaminio, ospitano infatti una mostra fotografica a ingresso libero, con l’obiettivo di ricostruire le tappe di questa associazione.

Le immagini dei primi soci e delle gite di gruppo, delle uscite e delle escursioni, delle sciate, dei campi estivi per i più piccoli e delle occasioni di convivialità. E ancora le varie inaugurazioni, i convegni e le diverse serate culturali organizzate sono soltanto alcune delle istantanee che compongono la mostra stessa.

Tutte testimonianze di quanto la passione per la montagna, per l’alpinismo, l’escursionismo, lo scialpinismo e la speleologia sia sempre stata al centro delle attività della Sezione, realtà che conta anche la scuola Cai di “Alpinismo Vittorio Veneto e l’intersezionale di “Scialpinismo Monte Messer”.

Senza contare i vari gruppi nati in seno alla Sezione, come il Gruppo escursionistico sorto nel 1997, quello Speleologico fondato nel 1966 dal ricercatore Vladimiro Toniello e dei Rocciatori, quest’ultimo aperto nel 1972, sotto la guida dell’esperto speleologo Rino Costacurta e di Agostino Armellin. A loro si aggiunge anche il Gruppo sci (alpino e fondo) attivo dal 1969 e il coro sezionale, nato nel 2006 per iniziativa di alcuni amici del Gruppo escursionistico.

Per ricostruire la storia della Sezione vittoriese è necessario fare un balzo indietro nel tempo e osservare come la passione per la montagna affondò le proprie radici nel territorio nazionale: nel 1863, infatti, su iniziativa di Quintino Sella nacque a Torino il Club Alpino Italiano, allo scopo di promuovere l’alpinismo “in ogni sua manifestazione”, assieme allo studio e alla conoscenza delle montagne.

In questo scenario, l’ingegner Carlo Semenza fondò a Milano una società “cisalpina”, prima della Grande Guerra. Poi, nel 1919, si trasferì a Vittorio Veneto, dove promosse diverse attività alpinistiche.

Tutto fino al gennaio 1925, quando Semenza fu socio fondatore della Sezione Cai di Vittorio Veneto e primo presidente dell’associazione, di cui divenne nel 1954 il presidente onorario.

Non c’è al momento una documentazione cartacea in grado di dire quale fosse la data esatta di costituzione della Sezione, ma si presume che la fondazione sia avvenuta in occasione della prima gita dei fondatori sul Monte Pizzoc, il 26 gennaio 1925.

Carlo Semenza

In memoria della sua figura, il 22 settembre 1963 venne inaugurato il rifugio “Carlo Semenza”, situato a Forcella Lastè e divenuto poi, il 26 giugno 1983, il rifugio “Carlo e Massimo Semenza”.

Un luogo dove vennero fatti vari lavori nel tempo, come quelli di ristrutturazione nel 1991 e l’installazione dei primi pannelli solari nel 1995.

Dopo Carlo Semenza (alla guida della Sezione fino al 1948), furono vari i presidente dell’associazione: Sergio Capparelli (1948-1953), Emilio Pontiggia (1953-1955), Franca Pontiggia (1955-1959), Massimo Semenza (1959-1965), Luciano Alboretto (1965-1968), Ernesto Favaro (1968-1978), Giovanni Fioretti (1978-1987), Guido Ferrari (1987-1990), Ruggero Montesel (1990-1994), Regina Manfè (1994-1999 e 2005-2008), Mariano Meneghin (1999-2005), Mara Baldassini(2008-2014), Giorgio Salvador (2014-2020) e Leonardo Pradal (in carica dal 2020).

Una mostra fotografica che attraversa vari momenti e diverse decenni, affiancata dall’esposizione dei manifesti per le gite realizzati da don Pietro Zaros: manifesti che coprono un periodo compreso tra il 1968 e il 2000, con vari soggetti e realizzati anche per anniversari come il 50esimo e il 75esimo anniversario della Sezione.

Un’esposizione, quella a Palazzo Todesco, che è anche un’occasione per aprire e consultare un capitolo di storia locale.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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