Non si ferma l’allarme puntine sulle strade del Monte Grappa, in particolare lungo la “Giardino” che da Semonzo sale fino alla Cima. Dopo le segnalazioni di diversi ciclisti che negli ultimi giorni hanno subito forature a causa di chiodini disseminati sull’asfalto, alle denunce si aggiunge ora la voce dello scrittore bassanese Paolo Malaguti, appassionato di due ruote e da sempre frequentatore del massiccio.
In una lettera “semiseria” indirizzata al misterioso “Puntinatore del Grappa”, Malaguti racconta di essere rimasto vittima anche lui della trappola: “Dopo le rampe di Camol la ruota anteriore è incappata in una delle tue puntine. Bucare è sempre brutto. Bucare in salita, e per giunta per colpa di qualcosa che è stata piazzata lì apposta perché tu bucassi, è decisamente peggio”.
Lo scrittore sottolinea come il gesto non sia solo un fastidio, ma un vero pericolo, soprattutto in discesa, dove una foratura improvvisa potrebbe avere conseguenze gravissime. “Al momento non ci sono cartelli, non ci sono segnalazioni che raccontino la grandezza di questa salita. Ci sono solo le puntine, che a quel che so non sono il migliore richiamo per i cicloturisti”, scrive sul proprio profilo social.
Malaguti approfitta dell’episodio per lanciare una riflessione più ampia: “Trovo interessante come questo fenomeno si allinei in qualche modo con la storica difficoltà del “cosmo Grappa” a fare sistema, riconoscendo le eccellenze e le opportunità che su quello spazio devono necessariamente trovare il modo di coesistere e convivere, senza mettersi i bastoni (o le puntine) tra le ruote”.
(Autore: Redazione Qdpnews.it)
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