Quando si parla di sostenibilità, la prima reazione è quasi sempre emozionale. Si evocano foreste incontaminate, oceani cristallini, bambini che giocano sotto cieli limpidi. Sono immagini potenti, capaci di smuovere coscienze, ma deboli quando si tratta di orientare decisioni. Restano nello spazio dei desideri.
La storia insegna che ogni trasformazione passa per la stessa curva: dall’immaginario alla misura. Per molto tempo, i contadini hanno guardato al cielo per capire il raccolto, affidandosi ai segni, agli umori del tempo, alle interpretazioni tramandate. Poi sono arrivati i pluviometri, le tabelle delle rese, i modelli climatici. Non era un modo per impoverire la complessità della natura, ma per darle una grammatica utile.
Oggi, con la sostenibilità, serve lo stesso cambio di passo. Non bastano più le parole che scaldano — “verde”, “eco”, “responsabile” — se non sappiamo quanti litri d’acqua servono a produrre un chilo di pomodori, quanta energia si disperde in una filiera, quante tonnellate di CO₂ emette una città in un anno.
La differenza tra retorica e conoscenza è proprio qui: nei numeri che permettono di confrontare, prevedere, correggere. Nei dati che fanno emergere scelte possibili e limiti concreti. Sostenibilità non significa venerare la natura come un’entità mistica né limitarsi a dichiarare buone intenzioni. Significa costruire strumenti imperfetti ma migliorabili, capaci di guidare azioni reali. Significa domare la complessità, darle forma operativa. Tutto il resto — slogan, etichette, visioni generiche — è solo inutile e dannoso rumore di fondo.
I Dati Parlano: Il Sustainable Development Report 2025
Impariamo a disfarci del rumore e guardiamo i dati. Il Sustainable Development Report 2025 ci offre una fotografia precisa della situazione italiana. In base ai dati del Sustainable Development Report 2025, l’Italia non ha raggiunto alcun obiettivo sostenibile (nessun semaforo verde) e si trova di fronte a “sfide importanti” (indicate con il semaforo rosso) in cinque degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG).
Le Cinque Sfide Critiche dell’Italia
SDG 1: Sradicare la povertà L’Italia deve affrontare il problema della povertà relativa, che nel 2022 ha colpito il 12,2% della popolazione, nonostante le misure di tassazione e trasferimenti. Questo indica che una parte significativa della popolazione non ha un reddito sufficiente a vivere dignitosamente.
SDG 2: Sradicare la fame La sfida qui non è la fame, ma la salute legata all’alimentazione. Il semaforo rosso è dovuto all’obesità adulta, che nel 2022 ha raggiunto il 17,3% della popolazione, un dato che evidenzia l’urgenza di promuovere abitudini alimentari più sane.
SDG 10: Ridurre le disuguaglianze L’Italia ha ancora una notevole disuguaglianza nella distribuzione del reddito. L’indice di Gini, che misura questa disparità, si è attestato a 34,8 nel 2021, un valore che indica un divario socio-economico che necessita di interventi per essere ridotto.
SDG 14: Vita sott’acqua Questo obiettivo riguarda la protezione degli ecosistemi marini. L’Italia è in difficoltà a causa della pesca eccessiva, con il 52,3% degli stock ittici sovrasfruttati o addirittura collassati nel 2018. Questo mette a rischio la biodiversità e la sostenibilità delle risorse del mare.
SDG 15: Vita sulla terra Anche per gli ecosistemi terrestri la situazione è preoccupante. Il declino della biodiversità è evidente dal calo del “Red List Index” di sopravvivenza delle specie, con un valore di 0,87 nel 2023. Questo dato suggerisce che molte specie animali e vegetali sono a rischio di estinzione a causa della perdita di habitat e di altre pressioni ambientali.
Questi dati non sono fredde statistiche, ma strumenti di navigazione. Come vedete la conservazione ed il ripristino della biodiversità in terra così come in acqua sono ancora molto lontane. Sono questi i valori che ci dicono dove siamo, quanto strada dobbiamo fare, quali rotte seguire.
Solo così la sostenibilità diventa può diventare un progetto concreto, misurabile, verificabile. Non più retorica inutile, ma strategia reale.
(Autrice: Paola Peresin)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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