La scelta d’amore della Fondazione Grenfellove presentata alla Mostra del Cinema

Ospite d’eccezione all’82esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica la Biennale di Venezia è stata ieri la Fondazione Grenfellove Marco e Gloria Ets, ente filantropico ha colpito e commosso tutti per la forza della sua testimonianza civile e per le finalità di bene realizzate a favore dei giovani, scaturite da un’immane tragedia.

Nello spazio Regione del Veneto/Veneto Film Commission all’Hotel Excelsior al Lido di Venezia, per iniziativa della consigliere regionale del Veneto Elisa Cavinato, giovedì le finalità e le attività della Fondazione sono state illustrate nel corso di una conferenza stampa che ha visto la partecipazione del presidente Giannino Gottardi, della vice presidente Daniela Burigotto – genitori di Marco – e dei consiglieri di amministrazione Francesca Tollardo, Carlo Michelino, Laura Antiga e Francesco Barisan, tutti giovani architetti.

L’incontro è stato coordinato dal giornalista Marco Zabotti, direttore scientifico e vice presidente dell’Istituto Beato Toniolo, realtà culturale della Diocesi di Vittorio Veneto che ha conferito il Premio Giuseppe Toniolo, sezione regionale Azione & Testimoni, proprio alla Fondazione Grenfellove nell’ottobre 2019.

Dopo il saluto iniziale della consigliere Cavinato, gli interventi dei rappresentanti della Fondazione Grenfellove sono stati introdotti da un video emozionale breve, di quattro minuti, che ha ricordato la storia di Marco e Gloria e la tragedia “dovuta all’avidità umana”, ha spiegato la “mission” della Fondazione e sottolineato come l’intento benefico della stessa sia formare giovani professionisti che abbiano la competenza e la sensibilità per poter contribuire alla costruzione di un mondo migliore.

Il video è stato realizzato dalla società Nolita Crazy Lab di Ponte di Piave, rappresentata all’evento veneziano da Devis Burgio, Davide Pedrocchi e Susanna Feltrin. La stessa società, con Francesco Laterza, ha pure curato il nuovo sito web della fondazione – che ha visto il lavoro concluso proprio in questi giorni – cliccabile all’indirizzo www.grenfellove.org.

Nel suo intervento introduttivo, Cavinato ha espresso apprezzamento nei confronti dell’attività della fondazione: “Sono rimasta molto colpita dalla loro sensibilità e dal loro impegno instancabile a favore dei giovani e della formazione professionale: hanno saputo trasformare il loro immenso dolore in qualcosa di bello e importante per tutti”.

Dopo la presentazione del video, è intervenuto il presidente della Fondazione Grenfellove, Giannino Gottardi: “La Fondazione Grenfellove Marco e Gloria nasce dalla tragedia della Grenfell Tower di Londra, l’incendio che il 14 giugno 2017 causò la morte di 72 persone, tra queste i due giovani architetti italiani, Marco Gottardi e Gloria Trevisan. Si sono conosciuti nel 2014 alla facoltà di Architettura di Venezia. Dopo il conseguimento della laurea con il massimo dei voti, a marzo 2017 volano a Londra per realizzare i loro sogni, difficilmente raggiungibili nel nostro Paese. In meno di due mesi trovano lavoro come architetti, in due studi diversi. Alloggiano in un bell’appartamento nel prestigioso quartiere di Notting Hill. Dal 23° piano della Grenfell Tower dominano la città e i loro amici fanno a gara per trascorrervi le serate. Sono felici e innamoratissimi.

Per volere di noi genitori e dei tanti amici dei due ragazzi, quella torre di Londra, da simbolo di morte, doveva diventare simbolo di vita, amore e speranza: da Grenfell Tower a Grenfellove.

Nasce la Fondazione Grenfellove Marco e Gloria, per mantenere viva la memoria dei due ragazzi e perseguire obiettivi di esclusiva solidarietà sociale. Il logo, formato da un compasso e una coppia di squadre, simboli dell’architettura, raffigura un angelo, simbolo della bontà; il cuore rosso è l’amore, che sovrasta la torre della tragedia. Il significato che abbiamo voluto dare è il bene che vince sul male.

La Fondazione raccoglie fondi per incentivare e promuovere l’istruzione dei giovani, traendo ispirazione dalla storia di Marco e Gloria. Eroga borse di studio a studenti dei due istituti superiori frequentati da Marco e Gloria, con valutazione prevalentemente meritocratica e a laureati nella magistrale dello IUAV (Istituto Universitario di Architettura di Venezia), privilegiando tesi nel campo della tutela del territorio, dell’ambiente e della sicurezza degli edifici. Fornisce, inoltre, strumenti didattici a scuole di ogni ordine e grado. Da ricordare la donazione di due aule Snoezelen e una terza in progettazione. Si tratta di stanze dotate di apparecchiature multisensoriali che stimolano i sensi dei bambini/ragazzi, aiutandoli nell’apprendimento. Sono particolarmente indicate per quelli diversamente abili. Non meno importante è l’attività di sensibilizzazione su temi legati alla sicurezza, attraverso la partecipazione a convegni e incontri, cercando anche di trasferire la nostra esperienza, su come rinascere da una tragedia immensa, facendo conoscere la bellissima storia di Marco e Gloria e portando messaggi positivi ai giovani, troppo spesso gravati da un’informazione eccessivamente negativa.

Dal 2019, la Fondazione ha donato strumenti didattici ed erogato borse di studio per un valore di oltre 150 mila euro. I ricavi, oltre che da finanziamenti interni, derivano da libere donazioni (detraibili), dal 5 per mille e da contributi da parte di Fondazione Mediolanum”.

Ha preso quindi la parola Daniela Burigotto Gottardi, vice presidente della Fondazione: “Quello che ha esposto mio marito è stato realizzato con l’aiuto di tante persone, in particolare molti amici e compagni di scuola di Marco. Oggi sono presenti i componenti del CDA, che oltre a noi genitori di Marco, sono Carlo Michelino, Francesca Tollardo, Francesco Barisan e Laura Antiga, tutti architetti laureati allo IUAV di Venezia. È presente il notaio Patrizia Cardarelli e numerosi professori e insegnanti di Marco e Gloria, che in questa sede vogliamo ringraziare per il prezioso contributo al corretto funzionamento della nostra fondazione. Ringraziamo inoltre il direttore scientifico dell’Istituto Beato Toniolo, Marco Zabotti, che nel 2019 ci ha individuato quali assegnatari del Premio Giuseppe Toniolo, da allora sempre molto vicino alla nostra Fondazione e che oggi si è messo a disposizione per moderare questo evento.

Da genitori distrutti dal dolore – Marco era il nostro unico figlio – mai avremmo pensato di trovare tanta comprensione e amore, quell’amore che ci sta aiutando a portare avanti la memoria di Marco e della sua amata Gloria, affinché simili tragedie non vengano dimenticate. Purtroppo, dopo otto lunghi e dolorosi anni, ancora nessuno sta pagando per questo crimine che ha causato la morte di 72 persone.

Questa tragedia ha stravolto la nostra vita e ci ha cambiato completamente. Ma è nata una nuova consapevolezza sul valore della vita e sul dare tutto per scontato, e abbiamo imparato quanto sia preziosa la vicinanza delle persone che ti sostengono, e l’importanza di fare gruppo e della condivisione soprattutto nei momenti di dolore. Da varie testimonianze che ci sono pervenute ha cambiato in modo positivo la vita di molti giovani e di molti genitori e ha fatto capire che in questo mondo governato spesso dall’avidità umana, quello che ancora possiamo fare è condividere il bene, in qualunque forma si possa esercitare.

Marco e Gloria, due bravissimi ragazzi, ci hanno lasciato grandi insegnamenti: i valori dell’impegno, dell’onestà e dell’amore. Volevano realizzarsi e ci erano riusciti in pochissimo tempo: essere assunti come architetti in poco meno di due mesi dal loro arrivo a Londra non è così scontato, devi essere bravo, determinato e conoscere bene la lingua inglese. Ci auguriamo che il loro esempio possa aiutare moltissimi giovani a realizzare i propri sogni, loro ci erano riusciti.

Per quanto riguarda noi genitori, non ci resta che sperare che questa tragedia rimanga un monito per chi ha potere decisionale in materia di sicurezza e rispetto della vita umana”.

Spazio poi a Carlo Michelino, componente del consiglio di amministrazione della Fondazione: “Per quanto possa risuonare assurdo ed altisonante – ha affermato – la tragedia accaduta a Marco e Gloria ha smosso qualcosa in noi ragazzi, ci ha migliorati. Ci ha fatto capire quanto importante sia essere la versione migliore di noi stessi. Loro lo erano, o quantomeno ci stavano provando per davvero ad esserlo. Oltre ad aprire gli occhi su noi stessi ed a costringerci ad un esame di coscienza, ciò che è accaduto a loro ha smosso in noi una sorta di “ansia sociale”, una voglia di fare qualcosa anche per gli altri.

“L’Architettura è un servizio. L’architettura è società, non esiste senza la gente e le sue speranze”. Credo non avessimo mai capito per davvero queste parole pronunciate da Renzo Piano nel 1998 prima di quel giugno 2017. Ora si, quello che è successo a loro ha cambiato un po’ tutti noi. Loro due sono stati il nostro personale Professor Keating: ci hanno scosso, fatto alzare sui banchi e ci hanno fatto cambiare prospettiva”.

La parola è andata quindi Francesca Tollardo, componente del cda: “Il video che abbiamo ideato non è solo in lingua italiana ma anche inglese – ha esordito -: questa scelta è per renderlo internazionale, per far conoscere la Fondazione in Inghilterra, luogo della tragedia, e nel mondo”.

A Londra, in seguito al Grenfell fire, è nata anche GeM Award: lo studio Peregrine Bryant, infatti, dell’omonimo architetto, ha creato un’altra fondazione che premia un neo architetto IUAV ogni anno. Quest’ultimo ha la possibilità di lavorare in diversi studi inglesi cambiando anche località, il tutto della durata di 3/4 mesi. Si tratta dello studio inglese in cui Gloria ha lavorato solo 7 giorni prima della scomparsa. Stiamo inoltre collaborando con la BBC inglese per riprese e interviste nei luoghi dove hanno vissuto Marco e Gloria. Questo video verrà utilizzato come mezzo per diffondere i nostri obiettivi: chissà che, magari, vista la presentazione al Festival del Cinema di Venezia, tra qualche anno non venga ideato un film, non solo sulla tragedia, ma sui risvolti positivi che le nostre fondazioni stanno creando a livello internazionale”.

Laura Antiga, anch’essa consigliere del cda, ha detto: “Viviamo in un’epoca in cui i messaggi corrono veloci: per essere ascoltati, devono parlare al cuore e lasciare il segno – ha sottolineato -. Parlare della Fondazione significa toccare una storia che nasce da un grande dolore, ma che ha saputo trasformarsi in un impegno concreto.

Marco e Gloria erano due ragazzi straordinari, amici prima che compagni di studi, persone che rappresentavano per tutti noi il volto migliore di una generazione: curiosa, generosa, brillante, attenta al mondo e pronta a mettersi in gioco per cambiarlo in meglio. È proprio per questo che, fin da subito, abbiamo sentito l’urgenza di trasformare il dolore in qualcosa di attivo, di vitale, con l’obiettivo di investire sui giovani, sulla loro formazione, sulla loro capacità di incidere positivamente nella società.

Non come un atto celebrativo, ma come un impegno concreto per dare continuità ai valori che Marco e Gloria incarnavano. Oggi, attorno a questo progetto, si è creata una rete viva di giovani con storie, competenze e percorsi diversi uniti dalla volontà di dare un senso al ricordo, trasformandolo in azione. Ogni progetto che abbiamo portato avanti è frutto dell’impegno di giovani che hanno creduto nella nostra visione, l’hanno fatta propria e le hanno dato voce. Hanno costruito insieme a noi. Ed è questa la nostra missione più autentica: far sì che da una tragedia nasca futuro. Un futuro costruito da giovani che scelgono di esserci, di agire, di lasciare un segno. Proprio come avrebbero fatto Marco e Gloria”.

A conclusione l’intervento di Francesco Barisan, consigliere cda: “A marzo di quest’anno, insieme ad alcuni amici della Fondazione, siamo andati a Londra, sul luogo della tragedia, per vedere la Grenfell Tower. È stato un momento di grande impatto emotivo: quel luogo, così carico di dolore e di memoria, continua a trasmettere un messaggio potente. Guardando la torre, abbiamo sentito che non si trattava soltanto di un edificio, ma di un simbolo che ci lega a Marco e Gloria e a tutte le vittime di quella notte. Allo stesso tempo, è anche un monito: un luogo che, nel silenzio, grida con forza la necessità di ricordare e di non permettere mai più simili tragedie.

La zona circostante la torre è segnata da numerosi simboli, installazioni e immagini che tengono viva la memoria delle 72 vittime. I familiari, insieme alle associazioni e alle fondazioni nate da questa tragedia, hanno voluto lasciare tracce concrete del loro passaggio, rivestendo i muri che delimitano l’area con messaggi e segni di ricordo. Anche noi, con la nostra presenza, abbiamo sentito il dovere di fare lo stesso: un gesto semplice ma profondo, per non dimenticare.

Questo viaggio ha assunto per noi un significato ancora più forte quando abbiamo appreso che, proprio quest’anno, il governo britannico avrebbe avviato la demolizione della torre per mettere in sicurezza la zona dal rischio di crollo.

Per me, Marco e Gloria non appartengono al passato. Continuano a vivere negli occhi dei miei amici, nei volti dei loro genitori, nei nostri sorrisi, e nelle persone che, giorno dopo giorno, scelgono di portare avanti la loro memoria. È in questo modo che rimarranno sempre con noi: io sento di averli al mio fianco ogni giorno, non come un ricordo distante, ma come una presenza viva che mi ispira, mi conforta e mi ascolta. E soprattutto continuano a vivere attraverso i nostri gesti, i nostri progetti, la nostra voglia di costruire qualcosa di buono”.

Applausi finali per tutti i protagonisti da parte del numeroso pubblico intervenuto, che ha salutato anche con favore la produzione del video e gli interventi dei giovani autori del filmato e del nuovo sito della Fondazione Grenfellove Marco e Gloria Ets – ente filantropico.

(Autore: Redazione Qdpnews.it)
(Foto: Fondazione Grenfellove)
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