“Una presenza cistercense”: La Chiesa di San Bernardo

L’unica chiesa della diocesi di Vittorio Veneto intitolata a San Bernardo si trova in parrocchia di Lentiai, a Cesana, piccolo ma vivace borgo che ancora oggi conserva con orgoglio la memoria del nobile passato dell’antica contea, di cui anche la chiesa è testimonianza, tanto che all’esterno, sulla facciata sud, è ancora leggibile lo stemma della contea di Cesana, nata e sviluppatasi grazie alla sua strategica posizione sul fiume Piave che per secoli, con il castello sulla Mota, ha saputo controllare, ricavando potere e ricchezza.

Un passato glorioso, con una chiesa cistercense edificata alla fine del XII secolo, intitolata al Santo di Chiaravalle.

San Bernardo appare in un affresco trecentesco sulla parete est, oggi in controfacciata, ma originariamente in abside.  Appare con il tipico saio bianco dei monaci cistercensi e capo tonsurato, in mezzo fra due santi: San Bartolomeo e San Pietro. Dante nella “Divina Commedia” lo ritrae magistralmente quando lo incontra in Paradiso: ”Diffuso era per li occhi e per le gene di benigna letizia, in atto pio quale tenero padre si convene”. San Bernardo fu “maestro della contemplazione”, mistico, uomo di preghiera, ma anche uomo forte e tenace.

San Bernardo è il cantore della grandezza della Vergine Maria ed è il teologo del Verbo Incarnato.

Ed ecco l’affresco trecentesco nella parte più alta dell’antica abside con il “sì” di Maria. Giunge l’arcangelo Gabriele, parla, non costringe; Maria si fa umile, ascolta, obbedisce e si fa nella celeberrima preghiera di San Bernardo “Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura”.  Maria medita, sceglie, concepisce e custodisce. Maria offre suo Figlio per la salvezza degli uomini. Maria è “salutem universitatis”, “salvezza di tutto il genere umano”, intercedendo per noi presso suo Figlio Gesù.

Nella scena dell’Annunciazione affrescata nella chiesa di Cesana, l’arcangelo Gabriele è inginocchiato su un basamento entro un’edicola con colonnine leggere; a destra Maria tiene una mano sul cuore e l’altra sul ventre già rigonfio.

A San Bernardo viene collegata anche l’episodio della lactatio Virginis e nella chiesa di Cesana l’affresco più antico, databile al XIII secolo, esprime con grande eleganza formale la Madonna che allatta il suo bambino Gesù.

Le chiese sono luoghi sacri e le immagini che vi si trovano parlano di fede, di sacralità di rivelazione. L’immagine sacra fa risuonare la parola di Dio. 

La chiesa di Cesana offre una splendida teoria di Santi, modelli virtuosi che hanno risposto liberamente alla chiamata di Dio e che, con il loro esempio guidano e accompagnano nel cammino della vita. Tra tutti domina per dimensioni e per posizione frontale rispetto all’originaria apertura laterale, l’affresco con San Cristoforo (portatore di Cristo), un gigante spinto a servire il signore più forte. Dopo aver servito un re, un imperatore e anche il demonio, apprese che Cristo era il signore più potente. Un eremita gli insegnò così la strada della carità. Presa dimora presso un fiume e mosso dall’amore che unisce gli uomini fraternamente a Dio, iniziò ad aiutare i viaggiatori a passare da una riva all’altra. Durante una notte gli chiese aiuto un bambino che gli domandò di essere traghettato. Cristoforo se lo caricò sulle spalle, ma il bambino divenne sempre più pesante. Aiutandosi con un grosso bastone Cristoforo guadagnò l’altra riva e qui il bambino si rivelò come Cristo e gli profetizzò il suo martirio.

San Cristoforo divenne protettore dei viaggiatori. La sua carità fraterna accompagna gli uomini nel viaggio della vita. 

E ai piedi del grande Santo, l’acqua salvifica, l’acqua battesimale, l’acqua che ci rende figli di Dio. I pesci rappresentati nell’affresco sembrano veramente uscire da un bestiario medievale con le loro strane e fantasiose fattezze.  I piedi di San Cristoforo sono immersi nell’acqua che richiama al fiume Piave, a pochi passi dalla chiesa di Cesana. 

(Autore: Paola Brunello)
(Foto e video: Simone Masetto)
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