Quarant’anni dell’associazione Viezzer: una storia all’insegna dell’inclusività

Sono passati 40 anni da quando ebbe inizio la storia dell’associazione “Fabrizio Viezzer” di Farra di Soligo, una realtà impegnata nel diffondere un messaggio di inclusività e di sostegno ai ragazzi con disabilità e alle loro famiglie.

La storia dell’associazione Fabrizio Viezzer “è fatta di famiglie e volontari, che si sono presi cura dei più fragili, promuovendo negli anni un’attenta riflessione sui bisogni del territorio e cercando risposte, per favorire un’adeguata qualità della vita delle persone meno fortunate”, ha fatto sapere l’ente. 

Tutto ebbe origine da un soggiorno con ragazzi e genitori della parrocchia di Soligo. Nel gruppo faceva parte anche una giovane mamma con un figlio con epilessia: la complessità della condizione e il rilevante bisogno assistenziale fu uno stimolo per un approfondimento della situazione da parte dei partecipanti alla vacanza.

Da quel momento, era il 1982, nacque un’intensa attività di incontri e contatti, per generare percorsi virtuosi, a favore dei giovani con disabilità. 

Qualche anno dopo, nel settembre del 1985, prese forma l’associazione Viezzer che, attraverso la costante opera dei genitori e volontari, svolge ancora oggi un’azione di sensibilizzazione sul territorio, promuovendo iniziative per una migliore qualità della vita delle persone in difficoltà. 

Questa realtà offre, inoltre, assistenza, occasioni culturali, attività ricreative e del tempo libero, ricerca di possibilità di inserimento nel contesto socio-economico, attraverso percorsi individualizzati e nel rispetto dell’attuale normativa, mantenendo un rapporto di collaborazione con gli enti del territorio e, più in generale, con tutte le realtà che si prendono cura della persona.

Le attività dell’associazione in questi anni si è sviluppata secondo due direttrici: da un lato ha creato opportunità rivolte ai giovani, quali nordic walking, musicoterapia, basket, leggo&scrivo, attività con il cavallo, vacanze estive e gruppi di aiuto quali Exodus e Centro Sollievo; dall’altro lato sono nate alcune strutture per dare forma e sostanza a specifici bisogni del territorio. 

Nel 2004 cominciò a crescere la futura comunità alloggio e il laboratorio occupazionale, mentre nel 2008 venne costruita la sala multiuso e, successivamente, nel 2018 vennero realizzati due appartamenti, dal nome particolarmente significativo, ovvero “come a casa mia”. 

Tutte queste realtà ora sono abitate da giovani che “rendono calda e vissuta la quotidianità dell’associazione”. 

Molto intensa e partecipata è l’attività del punto verde, dove i giovani si dedicano alla lavorazione della terra e, guidati da operatori competenti, producono diverse tipologie di ortaggi.

Molte persone hanno aiutato nel tempo l’associazione a crescere e l’ente ha voluto ricordare “l’instancabile presenza e contributo di Angelo Cremasco, che ha creduto in questo progetto, sin dall’inizio, mettendoci tutte le sue forze”.

“Dobbiamo continuare a costruire una rete di relazioni, che favoriscano l’inclusione e la partecipazione di ogni persona alla costruzione del proprio futuro e di quello dell’intera comunità, aiutandoci reciprocamente nel dare seguito e realizzare il progetto di vita che meglio esprime le attese, i bisogni e i sogni di tutti – sostiene la presidente Eleonora Ballancin – Il granello piantato 40 anni fa continua a produrre gemme e fiori, da cui scaturiscono nuove opportunità di impegno e di cura, nei confronti di molti amici e per l’intero territorio”. 

Saranno diversi gli appuntamenti in programma per dare rilievo a questo percorso: il primo è programmato per domenica 28 settembre alle ore 11, nella chiesa parrocchiale di Soligo, dove monsignor Armando Bucciol celebrerà una Santa Messa, così da rivivere il momento da dove tutto è partito. 

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Associazione Viezzer)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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