Neonata morta dopo il parto in casa, la corsa al Ca’ Foncello e l’emorragia. La famiglia: “Poteva succedere anche in ospedale”

“Poteva succedere anche se fosse nata in ospedale”. Sono queste le parole che la famiglia della neonata morta ieri, domenica, al Ca’ Foncello, poche ore dopo essere venuta al mondo, ha affidato alla sindaca di Borso del Grappa, Fiorella Ravagnolo, che poco fa ha incontrato mamma e papà, straziati dal dolore, nella loro abitazione vicino al centro del paese.

Loro due, entrambi italiani sulla quarantina, e le altre tre figlie femmine avute in precedenza (tutte nate in casa). Quella nata ieri in casa, con l’assistenza di due ostetriche (non dell’Ulss 2, come confermato dall’Azienda sanitaria trevigiana), è stata la quarta femminuccia.

Un parto normalissimo, veloce e senza alcuna complicazione, quello avvenuto ieri all’alba secondo quanto appreso. Ma, a un certo punto, proprio le ostetriche si sono accorte che qualcosa non andava e, a titolo precauzionale, hanno invitato la famiglia a chiamare il 118.

Da Treviso, vista la delicatezza della situazione, si è subito alzato l’elicottero, che ha trasportato la mamma e la piccola al Ca’ Foncello, dove sono arrivate poco dopo le 9.30.

E’ a partire da quel momento che la situazione, sin lì grave ma non tragica, è precipitata a causa di una emorragia interna, che pare sia stata causata da una malformazione congenita. Fino al decesso della piccola, constatato dal personale medico verso le 11.15, a poco meno di due ore dal ricovero.

“Conosco la nonna e i genitori della piccola di vista – le parole della sindaca Ravagnolo, dopo aver incontrato la famiglia -. Sono molto addolorati, ma mi hanno confermato che erano ben assistiti e che il parto era andato bene, senza alcun problema particolare. ‘Poteva succedere anche se fosse nata in ospedale‘, mi hanno detto. Naturalmente siamo loro vicini in questo momento doloroso, una tragedia inaspettata per questa famiglia e per tutta la comunità. Ho avuto modo di vedere le altre tre bimbe, splendide, spero diano a mamma e papà la forza di superare questo dramma”.

(Autore: Alessandro Lanza)
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